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Resistenze

Di |2020-09-11T15:16:36+01:0013 Ottobre 2017|Open space|

Robert Marchand, ciclista di 105 anni, che resiste al tempo dei record

Gillo Dorfles, critico d’arte di 107 anni, che resiste al tempo dei pensieri

Tao Porchon, l’insegnante di yoga di 98 anni, che resiste al tempo del corpo

Giulio Podda, attore di 104 anni, che resiste al tempo delle parole

Stretti e contraddetti

Di |2020-09-11T15:16:36+01:0013 Ottobre 2017|Stretti e contraddetti|

È perversa la capacità della cattiva politica di rovesciare il senso effettivo delle parole. In circostanze come quella pessima della legge elettorale si sta votando la “fiducia” al governo benché, più propriamente, la strada venga intrapresa per “sfiducia” del governo verso i suoi stessi parlamentari.

Blade Runner 2049

Di |2020-09-11T15:16:36+01:0013 Ottobre 2017|Il Nuovo Giudizio Universale|

Recensione del film

Nell’ultimo giorno dell’umanità, i sin lì superstiti commenteranno: è vero, c’è stato tutto questo. Le glaciazioni durante il paleolitico, l’impero babilonese e il codice di Hammurabi, le crociate, la guerra civile americana e a, un certo punto, gli Uomini e i Replicanti. Confondendo senza colpa il reale e l’immaginario, perché è tale la collocazione di Blade Runner nella storia del cinema e in quella dell’immaginario di un’intera generazione che quell’immaginario si è ritagliato un posto nel reale, perché nella fantascienza cucita da Blade Runner una parte di tessuto sono incubi della vita reale e di quella che immaginiamo possa diventarlo, (altro…)

Quando Alicia Giménez-Barlett recensì gli italiani

Di |2020-09-11T15:16:36+01:006 Ottobre 2017|Giudizio Universale antologia|

Antologia di Giudizio Universale

Me gusta l’italiano

In Italia abbiamo il mito della Spagna: una nota autrice iberica lo rovescia e ci spiega perché il mondo non può fare a meno della nostra gente (altro…)

Il poeta che andò in permesso il giorno dei morti

Di |2020-09-11T15:16:36+01:006 Ottobre 2017|Derelitti e delle pene|

Monologhi dal carcere

Sei malato e ti accorgi di quanto sei impotente quando non sei padrone di andare in farmacia o ti misurano la febbre nel corridoio, la sieropositività l’ho scoperta addosso a San Vittore, era in atto un linciaggio sul sieropositivismo, una caccia alle streghe, li vedevi crepare in tv in modo orrendo, (altro…)

Pipp food/2

Di |2022-10-28T15:35:34+01:006 Ottobre 2017|Fuori strada, Pipp Food|

Ogni settimana le recensioni di Michele Raviolino sulle trattorie

La scorsa settimana ero al capezzale del mio amico Saverio quando quello alza le palpebre verso di me e, appena mi avvicino, con l’ultimo soffio di vita mi fa la soffiata: “Devi assolutamente provare l’Unto del signore!”, e poi reclina seccamente il capo di lato e tira le cuoia. “L’Unto del signore” è una trattoria, ovviamente, e il signore in questione non è quello più noto, che si sbatte tutta la settimana però la domenica si mette in panciolle, (altro…)

I fattorini di Foodora, le tasse di Google e la cecità dei cittadini

Di |2020-09-11T15:16:36+01:006 Ottobre 2017|Limite di velocità|

Alle aziende-piattaforma cominciano a creare qualche problema di immagine, e forse giuridico, i salari miserabili con cui remunerano i lavoratori e la totale assenza di garanzie per costoro. Dopo le polemiche sugli autisti di Uber, nel mirino sono ultimamente i fattorini di Foodora. Inevitabilmente, quel che per le imprese è un problema aziendale per i consumatori è un problema morale. (altro…)

L’incredibile vita di Norman

Di |2020-09-11T15:16:36+01:004 Ottobre 2017|Il Nuovo Giudizio Universale|

Recensione del film

Norman Oppenheimer è un signore ebreo di una certa età, perennemente intabarrato in un cappotto cammello e con gli auricolari del telefono che si sono ormai saldati al canale uditivo: si aggira per la New York della grande crisi post-2008 distribuendo alla prima occasione il suo biglietto da visita, Norman Oppenheimer strategist”. Secondo i moderni testi di sociologia politica Norman è una figura potentissima, è un networker (questo ve lo dico io, lui si definisce più tradizionalmente uomo d’affari), (altro…)

Pipp food

Di |2022-10-28T15:35:18+01:0029 Settembre 2017|Fuori strada, Pipp Food|

Cominciamo a pubblicare per alcune settimane le recensioni delle trattorie del noto giornalista Michele Raviolino

Mancavo da diversi anni alla “Maionese impazzita”, e l’ultima volta non ero rimasto entusiasta, anche perché era chiuso. Il mio amico Gigio mi fa la soffiata: “Guarda che ha cambiato gestione, è una bomba” e l’altro mio amico Duilio dice di sì con la testa. Anche mio figlio di sei anni ne aveva sentito parlare perché il pupo del proprietario, suo coetaneo, viene sottratto alla scuola dell’obbligo per servire ai tavoli e girare le frittate nella padella. M’intriga e decido di provare. Ambiente essenziale come sempre, ricavato da un vecchio covo delle Brigate Rosse. (altro…)

Voci del verbo aspettare

Di |2020-09-11T15:16:36+01:0029 Settembre 2017|Lo Storiopata|

Cose che si aspettano : il treno, la botta di culo, la sposa all’altare, il notaio in banca, il ventisette del mese, il nemico sulla sponda del fiume, la cottura, il permesso di soggiorno, un bambino, la fine del turno. Precari, ma vivranno insieme, siamo stanchi di aspettare. Ogni giorno ci aspettiamo qualcosa, ma tutto è cosi precario. Nella vita molti si muovono come in sala d’aspetto, sfogliamo distrattamente vecchie riviste di moda in attesa della chiamata. (altro…)

Cosa contraddistingue questo progetto

Di |2020-09-11T15:16:36+01:0029 Settembre 2017|Istruzioni per non morire|

Perché, dopo avere scritto libri per diversi e rilevanti editori, ho pubblicato questo romanzo in rete, per vari mesi gratuitamente e con una formula a puntate, che mi piace definire e-feuilleton?

Qualsiasi intellettuale che voglia scommettere sul futuro della nostra civiltà deve avere in questo momento un obiettivo prioritario: spingere alla lettura gli internauti, andandoli a stanare nei loro spazi. Se poi si riesce a convogliare sugli stessi testi in rete gli abituali lettori cartacei, si compie il prodigio di mettere in contatto due mondi che rischiano ormai una grave incomunicabilità. Personalmente, e nel mio piccolo, ci sto provando con il wrog, e ora con un romanzo che un po’ mischia canoni e registri (con una prevalenza del grottesco) ma ha una struttura formale classica e lineare.

Ho inoltre sperimentato una formula di sostegno che ho chiamato crowdreading*, utilizzando i social per portare l’unico vero finanziamento culturale: lettori, lettori, lettori. Chi è interessato a sapere di più sul crowdreading può accedere qui alla pagina con cui lo presentavo.  A me pare che, con le debite integrazioni, per gli editori sarebbe una strada interessante.

Il libro ha fatto il suo percorso con circa 4000 download tra i vari capitoli. Tutti i capitoli sono stati tra i primi 100 ebook gratuiti di narrativa gratuita su Amazon e il libro concluso ha raggiunto il terzo posto nella stessa classifica di Amazon. Una classifica, dal mio punto di vista, dice poco sul valore di un libro (e dice nulla economicamente se non remunera). Ma Istruzioni per non morire era un testo non allineato nel taglio ai suoi “concorrenti” e quindi il fatto che ci sia stata una risposta sul web ha avuto per me un significato. E’ incredibile a dirsi, ma sono stati più refrattari i lettori forti ad accettare di leggere un romanzo in forma digitale (molti amici non lo hanno fatto) che non i frequentatori maniacali dei social a sperimentare una lettura diversa da quella abituale.

Il progetto è un work in progress, che, esaurita questa fase, passa allo stadio di normale volume in vendita, e la coerenza dell’esperimento impone che la strada dell’autopubblicazione, almeno in prima battuta, venga coltivata anche nella forma cartacea. Anche per essere libero di pensare, nel frattempo, se c’è qualche altra procedura intrigante da sperimentare.

 

 

*La parola crowdreading, in verità, è stata già qualche volta utilizzata ma con significati profondamente diversi, che vanno dalla piattaforma collettiva per lettori all’opposto del test di marketing che prevede la somministrazione “controllata” di alcuni capitoli di un libro per sondare la reazione del mercato o di un pubblico mirato. Mi pare ad oggi termine non sufficientemente consolidato e mi sento quindi padrone di coniarne un uso differente, che trovo anche meglio rispondente alla ricercata assonanza con crowdfunding.

 

 

Cos’è il crowdreading e come praticarlo

 

Caro lettore che sei capitato su questa pagina, devo dedurre che è vero almeno uno di questi punti:

  1. Sei curioso di sapere cosa intendo per crowdreading.
  2. Ti piace il progetto di cui è prototipo di “Istruzioni per non morire”
  3. Ti sta piacendo il romanzo
  4. Stai pensando “vediamo questo stupido dove vuole arrivare”.

 

Facciamo che siamo in uno dei primi tre casi e andiamo avanti.

Questo breve testo in parte riguarda il crowdreading del mio romanzo “Istruzioni per non morire”;e in parte riguarda il crowdreading in generale.

 

Crowdreading è un termine sin qui molto poco usato e quindi non ancora di significato definito, ma in linea di massima si riferisce alla condivisione di esperienze di lettura (una piattaforma molto promettente al riguardo è Betwyll).

Qui lo intendo, in assonanza con il noto crowdfunding, come supporto digitale a un progetto editoriale disponibile digitalmente (un libro, un magazine, un altro testo): persone che aiutano quel progetto non facendo confluire fondi ma lettori. Siccome mi piaceva che questa sperimentazione fosse “pura” ho voluto escludere ogni ritorno economico per l’autore e tenere il libro gratuito: il sostegno, insomma, non è economico neppure indirettamente ( e quindi chi fa crowdreading non ne ricava nulla se non la mia nominativa manifestazione pubblica di riconoscenza). D’altronde mi sono reso conto, con dei test diretti, che mettere gratuitamente dei libri a disposizione di persone mentre attendono di fare qualcosa aumenta esponenzialmente il livello di difficoltà del testo che sono disposti a leggere (e se ne mostrano felicemente sorpresi!).

 

Come si fa questo crowdreading? Io direi principalmente in quattro modi (ma sarei felice di apprenderne altri). Un modo più impegnativo è mandare messaggi mirati, via mail o FB. Un altro è mettere “segui” sulla pagina del wrog scegliendo “mostra per primo” in modo da ricevere gli aggiornamenti e poterli condividere su FB. Il più semplice è condividere su Whatsapp le puntate da www.remobassetti.it/istruzioni-per-non-morire. Un modo infine non a portata di tutti è pubblicare sui propri media (come un blog personale) il link e l’invito, ma è tanto più crowdreading quanto meno quello spazio web è deputato a fare informazione culturale. Spero che facciate qualcuna di queste cose. Ma procediamo con il crowdreading più in generale.

 

Il crowdreading si differenzia da un normale passaparola perché non si limita a dire “hai letto quello?”, come si potrebbe dire tra fan di un romanzo cartaceo (ma vai a sapere se poi chi riceve il messaggio se ne ricorda quando è in libreria) ma il “quello” diventa un “questo”, è un testo reso immediatamente disponibile. Ovviamente avviene anche quando si manda un file in allegato: ma il crowdreading presuppone: 1) un contenuto culturale 2) l’uso di strumenti e software digitali normalmente impiegati per comunicazioni alternativamente fatue/di servizio/visive/ludiche/di mero contatto 3) che il progetto sia nato pensando che il testo possa trovare una condizione di vitalità se non di esistenza attraverso il crowdreading (come accade per il crowdfunding) oppure 3a) che il progetto consista nel desiderio di una community di creare crowdreading intorno a un testo esistente.

 

Al massimo grado il crowdreading immagina inoltre che: 1) tra chi richiede il crowdreading e chi lo asseconda si crei una qualche forma di arricchimento contenutistico del progetto (non per forza una scrittura cooperativa: ma per lo meno confronto, giudizio, feedback, contatto) 2) che quelli che partecipano a progetti di crowdreading vengano messi in reciproca condizione di conoscenza virtuale, e possano prenderne spunto per dare seguito a nuovi progetti di crowdreading o realizzarne in proprio.

 

Dietro il crowdreading, dunque, c’è l’ottimismo sulla possibilità di sfruttare i mezzi digitali per incrementare la lettura anziché contrastarla.

Per quel che mi riguarda, cessata la sperimentazione sul mio libro, mi piacerebbe rimanere in prima linea per definire, perfezionare e sviluppare creativamente questa pratica.

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