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“Amor proprio” dal “Dizionario filosofico”, estratto da Voltaire

Di |2023-02-24T17:08:07+01:0024 Febbraio 2023|Open space|

Libri usati

O che si dovrebbero usare. Brevi passi da sottolineare, a volte da percorrere.

Uno straccione dei dintorni di Madrid chiedeva con gran dignità l’elemosina; un passante lo apostrofò: “Non vi vergognate di fare questo mestiere ignobile, mentre potreste lavorare?” “Signore” rispose il medicante “io vi ho chiesto del denaro, non dei consigli”; poi gli voltò le spalle conservando tutta la sua dignità castigliana. Era uno straccione orgoglioso e la sua vanità veniva ferita per un nonnulla. Chiedeva l’elemosina per amor di se stesso e, sempre per amor di se stesso, non tollerava rimproveri.

Un missionario, viaggiando in India, incontrò un fachiro carico di catene, nudo come una scimmia, sdraiato bocconi, che si faceva frustare per i peccati dei suoi compatrioti, i quali gli gettavano qualche soldo. “Che rinuncia a se stesso!” diceva uno degli spettatori. “Rinuncia a me stesso?” ribatté il fachiro. “Sappi che io mi faccio frustare il deretano in questo mondo solo per fare altrettanto co voi nell’altro, quando voi sarete cavalli e io cavaliere.”

Quanti hanno detto che l’amore di sé è la base di tutti i nostri sentimenti e di tutte le nostre azioni hanno dunque avuto pienamente ragione, in India, in Spagna, e in tutta la terra abitabile: e come nessuno scrive per dimostrare degli uomini che hanno una faccia, non c’è bisogno di provar loro che hanno dell’amor proprio. Questo amor proprio è lo strumento della nostra conversazione; assomiglia allo strumento che ci serve a perpetuare la specie: ci è necessario, ci è caro, ci procura piacere, ma bisogna tenerlo nascosto.

Recensione del film “Gli spiriti dell’isola”

Di |2023-05-12T15:23:24+01:0024 Febbraio 2023|Il Nuovo Giudizio Universale|

C’è gente che darebbe un dito per un amico, anche se è terribilmente noioso. La scintilla narrativa de Gli spiriti dell’isola è invece un personaggio che darebbe il dito per un amico, anzi un ex amico, proprio perché è noioso. (altro…)

Recensione del film “Decision to leave”

Di |2023-02-24T16:51:22+01:0024 Febbraio 2023|2, Il Nuovo Giudizio Universale|

Far morire decine di persone in modo truculento rende migliori? A quanto pare la risposta può essere affermativa, a condizione che i decessi avvengano in scena, il suo allestitore faccia di mestiere il regista e l’elevamento valoriale si riferisca alla padronanza dei mezzi espressivi. (altro…)

Un po’ più a fondo sul 41 bis

Di |2023-05-12T16:05:25+01:0020 Febbraio 2023|10, Limite di velocità|

Volere il male di quelli che hanno provocato male è un istinto sociale, che per primo descrisse mirabilmente Adam Smith e del quale ora persino le neuroscienze sembrano dare conferma, e come punto di partenza lo considero un istinto sano.

Ma una comunità è tanto più civile quanto più le sue leggi sono migliori dei suoi istinti. Non per forza deve cancellarli, ma temperarli e raccordarli con alti principi di umanità. Per questo un discorso sul 41 bis deve prescindere dalla personale antipatia, o anche ripugnanza, che a ragione si nutrono verso certi atti criminali e verso chi li compie. (altro…)

“Ingannarsi è naturale” Blaise Pascal, estratto da “Pensieri”

Di |2023-01-13T17:07:18+01:0013 Gennaio 2023|Open space|

Libri usati

O che si dovrebbero usare. Brevi passi da sottolineare, a volte da percorrere.

L’intelletto è per natura proclive a credere e la volontà ad amare; sicché in mancanza di oggetti veri, è forza che si volgano a quelli falsi.

Il signor di Gouffier mi diceva: “Le ragioni mi vengono in mente dopo: sulle prime, una cosa mi piace o mi spiace senza che ne sappia il motivo; eppure, mi spiace per il motivo che scopro più tardi”. Ma io credo che non la cosa spiaccia per le ragioni che si trovano in un secondo tempo, bensì che queste ragioni vengano trovate perché la cosa spiace.

Com’è difficile proporre una cosa al giudizio di un altro senza corromperlo con la maniera stessa di proporgliela! Se si dice “A me par bella, mi sembra oscura” o simili si trascina l’immaginazione dell’interlocutore verso quest’apprezzamento oppure la si spinge verso quello contrario. Meglio non dir nulla: allora esso giudicherà da sé, vale a dire secondo quel che sarà in un dato momento e secondo l’influsso che su di lui avranno tutte le altre circostanze, non dipendenti da lui. Ma, per lo meno, non avremmo influito in nessun modo su di lui: salvo che il nostro stesso silenzio non faccia anch’esso il suo effetto, secondo il senso e l’interpretazione che a costui piacerà attribuirgli o secondo le congetture, se è fisionomista, non mancherà di tratte dai movimenti e dall’espressione del nostro volto o dal tono della nostra voce: tanto è difficile non smuovere da un giudizio dalla sua posizione naturale o, per meglio dire, tanto poche ne ha di ferme e stabili!

Tutto il nostro ragionare si riduce a cedere al sentimento.

Il realismo smagato di Gregory Crewdson

Di |2023-03-17T18:31:34+01:0013 Gennaio 2023|Limite di velocità|

Ufficio Visti

 

Le opere di Gregory Crewdson, riconosciuto come uno dei più grandi fotografi viventi, ricercano un punto esatto di intersezione tra la realtà e la finzione e sono attraversate da un’unica ossessione: quella di dare conto della perdita di ogni orizzonte da parte degli americani che vivono nella provincia del paese e che appaiono lasciati a se stessi e da se stessi. (altro…)

Trilogia della guerra

Di |2023-05-12T16:05:04+01:0013 Gennaio 2023|9, Sulla scrittura|

Il romanzo più curioso e sorprendente uscito in Italia nel 2022

Poche volte, come nella lettura di questo romanzo, mi è capitato di considerare che l’aggettivo “delirante” è un complimento, almeno nell’arte.
Lo scrittore spagnolo Agustin Fernandez Mallo ha scritto un romanzo al quale fa probabilmente torto lo sforzo di cristallizzare un filo conduttore netto e una traiettoria rettilinea e coerente, non foss’altro perché lo stesso autore, anche nel romanzo per interposto personaggio, si professa devoto della struttura frattale nell’universo. (altro…)

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