Da Natale in libreria per Oèdipus edizioni
Da diversi anni mi ha preso il gusto di comporre limerick, quel tipo di poesie nonsense di origine anglosassone che rispondono a criteri metrici fissi e nel nostro paese hanno trovato la loro migliore espressione in Toti Scialoja. Mi sono concesso varie alterazioni del loro schema di base e poi, con crescente frequenza, quello scheletro formale e il mood che lo accompagna sono rimasti al servizio anche di testi sensati. Alla fine è più facile debellare il senso nella prosa quotidiana che nei versi.
La ragazza della tipografia
La ragazza della tipografia
Ha la bottega in fondo al vicolo
Ha inchiostro, liquido sorriso,
ha un buon carattere, ha caratteri
di piombo, ha il torchio a stella,
le labbra incise dalla nostalgia.
La ragazza della tipografia
Non è bella, come si dice: è un tipo
È tipometrica, ha fragile appetito
Porta la riga, composta è la sua linea,
Strade senza maschere
Quasi da baccanale
lo sbocco al mare aperto
di una metà facciale.
La tenebra labiale
rendeva il viso inerte,
scabrosa la parola
Versi referendari
Confesso quanto poco m’appassioni
buttar la casta quando bolle l’acqua.
Pro capite il risparmio è miserello
circa l’equivalente di un caffè, (altro…)
Sonetto sulle dichiarazioni da rendere ex dpcm
compili col suo sangue, documenti
il transito suo al banco d’alimenti
e che alla qui presente è coniugato
che non è per trastullo che s’aggira
che un poco incontinenti sono i cani
che ancora non è al margine dei sani
e non ha troppo in uggia le sue mura. (altro…)