Libri usati
O che si dovrebbero usare. Brevi passi da sottolineare, a volte da percorrere.
(discorso rivolto da Ulisse ad Achille)
Signore, il tempo, enorme mostro di ingratitudine
ha una scarsella sulla schiena dove mette le elemosine
per dimenticarle. Quegli scarti sono le buone azioni passate,
che vengono consumate mentre si compiono e dimenticate
appena fatte. È la perseveranza, signor mio,
che mantiene lustro l’onore: avere fatto è rimanersene
appesi lì, fuori moda, come un’armatura arrugginita
in irrisoria monumentalità. Prendete subito la via che si offre
perché la gloria cammina su un sentiero così stretto
che di fronte ci si passa solo per uno. E tenete bene il sentiero,
perché l’emulazione ha mille figli
che si incalzano l’un l’altro. Se date il passaggio,
o sbandate dalla giusta direzione,
si avventano tutti come marea irrompente
e vi lasciano per ultimo;
oppure, come il cavallo generoso caduto in prima fila,
eccovi lì a far da terra battuta alla vile retroguardia,
travolto e calpestato: perché le loro azioni attuali,
quantunque inferiori alle passate vostre, fatalmente le superano;
il tempo infatti è un padrone di casa mondano
che stringe distrattamente la mano all’ospite che se ne va
e accoglie il nuovo arrivato spalancando le braccia
come per spiccare il volo: il benvenuto sorride sempre
e l’addio se ne va sospirando. Oh, la virtù non deve aspettarsi
ricompensa per ciò che era; perché bellezza, intelligenza, nobiltà di nascita,
vigoria fisica, merito conquistato in servizio,
amore, amicizia, carità, tutto è soggetto
all’invidioso e calunnioso tempo.
Nell’indole degli uomini c’è questo di comune:
che tutti impazziscono per gli articoli di nuova fabbricazione,
benché ricavati e imitati dai vecchi prodotti,
e lodano la polvere appena un po’ dorata
più dell’oro impolverato. L’occhio presente
apprezza l’oggetto presente: dunque non ti stupire,
tu uomo grande e completo, se i Greci cominciano
a idoleggiare Aiace; le cose in movimento
attirano l’occhio prima delle immobili.
Un tempo l’urlo era per te, e potrebbe
esserlo ancora, e può esserlo sempre,
se non ti sotterri vivo e non richiudi
la tua fama nella tua tenda, tu, le cui imprese gloriose
ancora di recente su questi campi
hanno suscitato
l’emulazione degli stessi Dei e trascinato il grande Marte
a prendere partito.
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