Questa sezione raccoglie in primo luogo le “aperture” del sito che sono quasi sempre progetti a partecipazione collettiva esterna. Trovate inoltre le auto-presentazioni di altri siti web (oppure dei post trasposti dai medesimi). Sono quelli che, ritenendoli per qualche ragione interessanti, ho contattato con una proposta: scambiarsi uno spazio per una settimana, con la dichiarata utilità di farci conoscere dai reciproci pubblici e il più largo proposito di indirizzare i navigatori del web verso promotori culturali. Infine, può capitare di trovare in Open Space qualche intervento esterno non inquadrabile in altre sezioni e che però mi intrigava ospitare.
“Amor proprio” dal “Dizionario filosofico”, estratto da Voltaire
Libri usati
O che si dovrebbero usare. Brevi passi da sottolineare, a volte da percorrere.
Uno straccione dei dintorni di Madrid chiedeva con gran dignità l’elemosina; un passante lo apostrofò: “Non vi vergognate di fare questo mestiere ignobile, mentre potreste lavorare?” “Signore” rispose il medicante “io vi ho chiesto del denaro, non dei consigli”; poi gli voltò le spalle conservando tutta la sua dignità castigliana. Era uno straccione orgoglioso e la sua vanità veniva ferita per un nonnulla. Chiedeva l’elemosina per amor di se stesso e, sempre per amor di se stesso, non tollerava rimproveri.
Un missionario, viaggiando in India, incontrò un fachiro carico di catene, nudo come una scimmia, sdraiato bocconi, che si faceva frustare per i peccati dei suoi compatrioti, i quali gli gettavano qualche soldo. “Che rinuncia a se stesso!” diceva uno degli spettatori. “Rinuncia a me stesso?” ribatté il fachiro. “Sappi che io mi faccio frustare il deretano in questo mondo solo per fare altrettanto co voi nell’altro, quando voi sarete cavalli e io cavaliere.”
Quanti hanno detto che l’amore di sé è la base di tutti i nostri sentimenti e di tutte le nostre azioni hanno dunque avuto pienamente ragione, in India, in Spagna, e in tutta la terra abitabile: e come nessuno scrive per dimostrare degli uomini che hanno una faccia, non c’è bisogno di provar loro che hanno dell’amor proprio. Questo amor proprio è lo strumento della nostra conversazione; assomiglia allo strumento che ci serve a perpetuare la specie: ci è necessario, ci è caro, ci procura piacere, ma bisogna tenerlo nascosto.
“Ingannarsi è naturale” Blaise Pascal, estratto da “Pensieri”
Libri usati
O che si dovrebbero usare. Brevi passi da sottolineare, a volte da percorrere.
L’intelletto è per natura proclive a credere e la volontà ad amare; sicché in mancanza di oggetti veri, è forza che si volgano a quelli falsi.
Il signor di Gouffier mi diceva: “Le ragioni mi vengono in mente dopo: sulle prime, una cosa mi piace o mi spiace senza che ne sappia il motivo; eppure, mi spiace per il motivo che scopro più tardi”. Ma io credo che non la cosa spiaccia per le ragioni che si trovano in un secondo tempo, bensì che queste ragioni vengano trovate perché la cosa spiace.
Com’è difficile proporre una cosa al giudizio di un altro senza corromperlo con la maniera stessa di proporgliela! Se si dice “A me par bella, mi sembra oscura” o simili si trascina l’immaginazione dell’interlocutore verso quest’apprezzamento oppure la si spinge verso quello contrario. Meglio non dir nulla: allora esso giudicherà da sé, vale a dire secondo quel che sarà in un dato momento e secondo l’influsso che su di lui avranno tutte le altre circostanze, non dipendenti da lui. Ma, per lo meno, non avremmo influito in nessun modo su di lui: salvo che il nostro stesso silenzio non faccia anch’esso il suo effetto, secondo il senso e l’interpretazione che a costui piacerà attribuirgli o secondo le congetture, se è fisionomista, non mancherà di tratte dai movimenti e dall’espressione del nostro volto o dal tono della nostra voce: tanto è difficile non smuovere da un giudizio dalla sua posizione naturale o, per meglio dire, tanto poche ne ha di ferme e stabili!
Tutto il nostro ragionare si riduce a cedere al sentimento.