Quante volte si maligna di qualche trapassato con la premessa: “parlandone da vivo”?
Visto che parlare di sé è sempre a rischio di ridondanza e fastidio per il prossimo, per farmi perdonare ne parlerò da morto, e con la massima essenzialità.
Nacque nel 1961 a Napoli e nel 1992 si trasferì a Torino dove viveva quando inaugurò questo spazio web.
Amava assai Parigi, in cui si riconosceva per tanti versi, e ci scappava quando poteva.
Più di tutto amava sua moglie Giulia e suo figlio Vittorio, e contava su altre persone care.
Praticò un’antica professione giuridica e, dai 54 anni, anche una legata al marketing e alla comunicazione, con la sua Anima in Corporation: entrambe con impegno e spirito di innovazione. Ma in questa sede non son cose che rilevano.
Interessa invece che quando avviò questo blog aveva già al suo attivo diversi saggi e un romanzo, pubblicati da editori di pregio tra il 1999 e il 2014, i cui titoli potete trovare in altra sezione.
Tra il 2005 e il 2008 ideò, fondò e diresse la rivista “Giudizio Universale”, che recensiva qualsiasi cosa con una quantità straripante di grandi firme e l’apporto di giovanotti più o meno inediti, selezionati per concorso. Collaborò in quel periodo con “La Stampa”.
Il Giudizio Universale fu un’esperienza meravigliosa ma l’esplorazione del mondo editoriale, alla lunga e nel suo complesso, una delusione. Con il tempo sempre più gli apparve, al pari del mondo politico, un settore ingessato e conformista, soprattutto in Italia.
D’altra parte, l’avvento della Rete e dello smartphone in particolare (che sempre si rifiutò di utilizzare) lo atterrirono e gli fecero percepire e presagire, per le dinamiche che incorporavano e scatenavano, l’inaridimento della vita sociale e delle interiorità.
Poi comprese che, proprio perché quella piena digitale era destinata a inondare ogni angolo della vita futura, non aveva senso per nessuno, nel proprio piccolo, disertare dal tentativo di indirizzarne il corso. E chissà che davvero non vi si trovasse dentro qualche fosforescente indizio di una rinascita delle relazioni e delle cose, e del loro incanto. Bisognava almeno provare.
Aveva un po’ di roba di cui occuparsi, in verità, e anche un’età non più verde. Ma proprio il trascorrere del tempo lo rendeva ogni giorno più affamato nell’inseguire lo snodarsi molteplice della vita.
Così il 7 novembre 2016 mise in rete quel che ora avete sul display.
E a quel punto mentre scriveva qualche migliaio di articoli su questo wrog (insieme a un esperimento di e-feuilleton) continuava a pubblicare libri, anche uno di poesie, anche uno sul silenzio, e…
Venti anni fa, esattamente in questo giorno, moriva mio padre. Ha offerto mille scintille per i miei fuochi. Cominciare questo spazio web proprio oggi è un modo per celebrarlo ancora. 7 novembre 2016.