I quattro racconti di “Tredici modi di guardare” occupano una posizione particolare sia rispetto al tragico che all’epico. Il tragico è in tutti e quattro: futuro (mentre seguiamo le divagazioni della mente di un anziano ex magistrato sappiamo che sarà ucciso), latente (i pericoli di un Capodanno trascorso in Afghanistan da una soldatessa), scampato (un bambino che scompare vicino al mare durante una vacanza con il figlio), passato (una suora sudamericana che rivede in televisione, come difensore di diritti sociali, il suo aguzzino di trent’anni prima). Ma a Colum McCann (scrittore irlandese già vincitore del National Book Award nel 2009) interessa assai più esplorare quel che di epico affiora nella condotta individuale quando si trova improvvisamente a far fronte a una situazione dolorosa, traumatica, angosciante, o a inglobarla nel quotidiano. Si tratta dunque di un’epica interiore, focalizzata sulla resilienza più che sull’eroismo: ne è fulgido esempio lo splendido racconto che al libro dà il titolo e anche la metà delle pagine, il cui vero oggetto è la mente divagante del protagonista impegnato a incasellare in una forma di senso la riduzione senile della propria autosufficienza e l’eclissi del suo riconoscimento sociale. Le pagine da 56 a 60, su un suo lento attraversamento pedonale che suscita l’ostilità dei guidatori, saranno da inserire nelle antologie di letteratura di questa prima parte del XXI secolo. E il secondo racconto, “Che ore sono adesso lì da te?, è un geniale intarsio (peccato, solo abbozzato, per via della brevità) del racconto e del suo farsi e disfarsi nella mente del narratore. Un libro fantastico anche nello stile, con quell’unica pecca che può definirsi “morbo delle scuole di scrittura” e che dovrebbe curarsi imponendo, quale condizione per la stampa, un limite alla quantità di frasi consecutive che si chiudono col punto dopo tre parole. Invece, la facilità realistica e invisibile con cui McCann passa continuamente dalla terza alla prima persona nel primo racconto ha una ricchezza espressiva potentissima.
Colum McCann
Tredici modi di guardare
Traduzione di Marinella Magrì
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