Nel 2005 ho ideato, fondato e diretto una rivista mensile che si chiamava Giudizio Universale. È stata in edicola fino al 2008, ha avuto un epigono sul web e in una breve produzione libraria. Chi non la ricorda o la conosce può farsi un’idea della qualità delle collaborazioni qui. La sua novità, assoluta per l’epoca, era che si potesse recensire qualsiasi cosa, non solo un film o un libro, ma anche un ufficio postale, la Sacra Sindone, il car sharing o una pensione per animali. Alcune di quelle recensioni erano inattuali e dunque senza tempo; alcune attualissime, e dunque narrazione dell’epoca; altre preveggenti. Ne riproporrò un’ampia antologia.
Giudizio Universale antologiaRemo Bassetti2020-09-11T15:17:16+01:00
Fermato dai carabinieri con qualche grammo di fumo. Fumo. Non ci puoi credere che sarà la fine della tua vita. Hai trentun anni. Quando eri più giovane, d’accordo, ti sei fatto. Cocaina. Ne sei venuto fuori. La famiglia, la comunità. (altro…)
Lo studio considerato un classico sul ghetto è quello di Louis Wirth pubblicato nella traduzione italiana (Il ghetto) dalle edizioni Comunità nel 1968. L’autore così definisce il concetto: “Il termine ghetto designa il quartiere ebraico di una città. (altro…)
Colle Oppio, Roma. Palme altissime. Resti delle terme di Traiano, primo imperatore romano nato fuori dall’attuale Italia, più precisamente in Hispania. (I confini cambiano e si evolvono nei secoli creando stranieri secondo il momento storico). Stranieri dappertutto. (altro…)
Remsia è una donna bosniaca che ha vissuto per molti anni a Torino in un campo rom. Ora, dopo molte battaglie, ha abbandonato la sua baracca pulita accogliente e colorata che aveva sul lungo fiume in mezzo ad alti cumuli di immondizia e pozzanghere, (altro…)
Alcuni anni fa un saggista e giornalista del quotidiano Le Monde, Paul Thibaud, scrisse che uno dei motivi del fallimento del referendum sulla Costituzione Europea era che il testo occultava due questioni: quella delle radici culturali dell’Europa e quella dell’immigrazione. In effetti, pensare l’immigrazione significa esplorare terreni culturali, sociali e politici; (altro…)
L’immagine della frontiera è legata alla geografia territoriale, a uno spazio fisico la cui identità si materializza nell’esistenza di un confine, che esso sia naturale oppure astratto. Nella geografia classica, la frontiera poteva essere rappresentata dal carattere divisorio di una catena montuosa o di un fiume. (altro…)