Recensione del film “C’mon C’mon”
La relazione di paternità è da circa un ventennio una delle trame predilette dal cinema. Mancava l’esplorazione della condizione di zio, e C’mon c’mon di Mike Mills rimedia a questa lacuna: o almeno fa finta, perché quella che mette in scena è una contingente relazione di simil-paternità (d’altronde nelle tribù che studiava l’antropologo Evans Pritchard il ruolo di padre era assegnato allo zio). Jesse è un ragazzino vivace, curioso, introverso riguardo ai sentimenti, prepotente, brillante e logorroico. (altro…)
Recensione del film “Ali & Ava”
Il film che ci coinvolge è capace di farci immedesimare nei personaggi al punto da sognare di essere il protagonista, ripeterne i gesti eroici, le scelte coraggiose: quando si è bambini o anche ragazzi, anzi, (altro…)
Estratto da “Gli ultimi giorni dell’umanità” di Karl Kraus
Libri usati
O che si dovrebbero usare. Brevi passi da sottolineare, a volte da percorrere.
LA SCHALEK (entra e si guarda intorno): Di tutti i problemi di questa guerra, quello che più mi interessa è il problema dell’ardimento personale. Prima della guerra ho meditato spesso sull’eroismo, giacché ho conosciuto parecchi uomini che giocavano d’azzardo con la vita: cowboy americani, pionieri delle giungle e delle foreste vergini, missionari del deserto. Ma il più delle volte erano anche figure d’eroi, coi muscoli tirati, scolpiti per così dire nel bronzo. Come sono diversi gli eroi che incontriamo oggi in questa guerra mondiale. È gente che ama le barzelletto più innocenti, che ha una tacita passione per la cioccolata con la panna e nello stesso tempo ha da raccontare esperienze tra le più straordinarie della storia dell’umanità. Eppure… l’ufficio stampa militare è installato su un vapore in disarmo ancorato in una baia. La sera si banchetta, ci si diverte a suon di musica; se chiudi gli occhi… quasi sogneresti di trovarti ancora a un’allegra serata del circolo ufficiali. Be’, sono curiosa di vedere se questo sottotenente di vascello… ah eccolo! (entra il sottotenente) Non ho molto tempo, sia breve. Lei è bombardiere, che sensazioni le dà questo fatto?
SOTTOTENENTE: Di solito incrociamo una mezz’oretta sulla costa nemica, sganciamo qualche bomba sugli obiettivi militari, guardiamo come esplode, fotografiamo lo spettacolo e poi via a casa.
LA SCHALEK: E mai stato in pericolo di morte?
SOTTOTENENTE: Sì.
LA SCHALEK: Che cosa ci ha provato?
SOTTOTENENTE: Che cosa ho provato?
LA SCHALEK (a parte): Mi squadra con una certa diffidenza, cerca di valutare, senza quasi rendersene conto, se sono in grado di comprendere certe crudezze. (a lui) Noi non combattenti ci siamo fatti in materia di coraggio e di viltà delle idee così stereotipate che l’ufficiale di fronte ha sempre paura di trovarci insensibili all’infinita gamma di sensazioni che in lui si alternano continuamente. Ho indovinato?
SOTTOTENENTE: Come? Lei non è combattente?
LA SCHALEK: Non si scandalizzi. Lei è un combattente e io voglio conoscere le sue sensazioni. Soprattutto, come si sente dopo?
SOTTOTENENTE: Sì, è strano. Mi sento come un re che di colpo è diventato uno straccione, voglio dire: ti senti quasi come un re quando ti libri in alto, irraggiungibile, su una città nemica. Quelli di sotto se ne stanno indifesi… in tua balìa. Nessuno può scappare. Nessuno può salvarsi o ripararsi. Ogni cosa è in tuo potere. C’è un che di maestoso, tutto il resto scompare, qualcosa di simile deve averlo provato Nerone.
(…)
LA SCHALEK: Non è quello un uomo semplice, un anonimo? Quello saprà dirmi con parole sue di cosa è fatta la psicologia della guerra. Il suo compito è tirare il cordino del mortaio – sembra una cosa semplice, eppure quali imprevedibili conseguenze, sia per il nemico tracotante, sia per la patria, sono legate a questo momento! Ne sarà consapevole? Sara spiritualmente all’altezza di questo compito? Certo, quelli che se ne stanno a casa, del cordino non sanno altro se non che rischia di venire a mancare, neppure immaginano quali eroiche possibilità di schiudano all’uomo semplice al fronte, che tira il cordino del mortaio (si rivolge al cannoniere) Mi dica dunque, quali sensazioni prova quando tira il cordino? (il cannoniere la guarda stupito) Che pensieri le vengono, allora? Guardi, lei è un uomo semplice, un anonimo, ma deve — (il cannoniere tace, sconcertato) Voglio dire, che cosa pensa quando spara col mortaio, deve pur pensare qualcosa, cosa pensa in quel momento?
CANNONIERE: (dopo una pausa in cui ha squadrato la Schalek da capo a piedi): Proprio niente!
LA SCHALEK (allontanandosi delusa): E questo sarebbe un uomo semplice! Io quest’uomo semplicemente non lo nomino! (procede lungo il fronte)
Libera nos a malo
Cent’anni fa nasceva Luigi Meneghello
Certo è uno dei romanzi più belli e significativi del secondo Novecento italiano, e probabilmente quello con il titolo più originale. Libera nos a malo può suonare cupo e spigoloso ma è un felicissimo calembour, un gioco di parole fondato sul luogo di svolgimento della storia e di nascita di Luigi Meneghello, il paese vicentino di Malo. (altro…)
Etica dei principi ed etica della responsabilità
A cosa dovremmo ispirare la nostra condotta etica: alla tutela dei principi o alla valutazione delle conseguenze? Questo dilemma, che attraversa costantemente la vita quotidiana anche di chi non lo riconosce in questa forma, è di profonda attualità pubblica riguardo alla posizione che l’Occidente deve assumere rispetto alla guerra in Ucraina, specialmente per quanto concerne l’invio delle armi.
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Ai russi che specificano “Non è una guerra, è un’operazione militare speciale” bisognerebbe spiegare che a creare la reazione, l’allarme e l’uso di sanzioni come deterrente è stata propria questa considerazione. (altro…)
Recensione del film “Il potere del cane”
Così, senza nessuna seria cognizione e per puro istinto, verrebbe da pensare che tra Montana e Nuova Zelanda ci sia una bella differenza: e invece la Nuova Zelanda dei giorni nostri si rivela un eccellente scenario cinematografico per rappresentare il Montana del 1924.
La collezione di dischi del Wrog/10: Penguin Cafe Orchestra
Brevi video-consigli per formarsi una discoteca non convenzionale
Tre brevi lezioni sul rumore/2. Il rumore nella comunicazione
In una qualsiasi comunicazione ci sono tre cose che non possono mancare: almeno un mittente, almeno un destinatario e un canale di comunicazione. Si definisce per lo più rumore un’interferenza sul canale: ad esempio un disturbo della linea in una conversazione telefonica o la sirena dell’antifurto che aggredisce la medesima colonna d’aria lungo la quale stiamo conversando con un amico. In realtà non è detto che il rumore debba essere rumoroso, basta che distorca: una mascherina chirurgica sulla bocca è una forma di rumore, perché pregiudica la chiarezza del suono. (altro…)
Recensione del film “Il male non esiste”
Per fare onore a questa settimana in cui le sale accolgono diverse fra le pellicole che si sono contese gli Oscar, mi sento obbligato ad accendere i riflettori sul miglior film in circolazione: che però non c’entra nulla con gli Oscar. Si tratta de Il male non esiste, uscito in Italia a marzo ma vincitore nel 2020 dell’Orso d’Oro a Berlino, (altro…)
Invasioni, pensieri unici e ordini mondiali: alcune domande
Impazza la moda di sostenere il contrario di quello che appare
Avrei alcune domande. Senza un destinatario preciso, e quindi senza nomi. A qualche intellettuale come si usa dire “fuori dal coro”, a un po’ di invasati sui social, a chi capita per strada.
Finalmente qualcuno tira in ballo la complessità. Il mio dubbio è: (altro…)
Altro che smart working. Estratto da “Viaggio al termine della notte” di Louis-Ferdinand Céline
Libri usati
O che si dovrebbero usare. Brevi passi da sottolineare, a volte da percorrere.
“Non vi serviranno a nulla i vostri studi qui, ragazzo mio! Voi non siete venuto qui per pensare, ma per fare i gesti che vi si comanderà di eseguire… Non abbiamo bisogno di immaginativi nell’officina. L’è di scimpanzè che abbiamo bisogno… Un consiglio ancora. Non parlate mai più della vostra intelligenza! Ci saranno altri che penseranno per voi! Tenetevelo per detto.”
Aveva ragione d’avvertirmi. Era meglio che sapessi come regolarmi sulle abitudini della casa. Di stupidaggini, n’avevo già abbastanza al mio attivo e per dieci anni almeno. Ci tenevo a passare ormai per un essere insignificante. Una volta rivestiti, fummo divisi in file che si strascicavano, per gruppi esistenti inviati di rinforzo verso quei luoghi da cui arrivava il fracasso enorme dei meccanismi. Tutto tremava nell’immenso edificio e anche noi, dai piedi all’orecchie posseduti da quel tremore, le scosse venivano dai vetri e dal pavimento e dalla ferraglia, vibrate dall’alto in basso. Si diventava macchine per forza e con tutta la propria carne ancor tremante in quel rumore di rabbia enorme che prendeva il didentro e il giro della testa e più in basso agitava le trippe e risaliva agli occhi in leggeri colpi precipitati, infiniti, continui. A misura che s’avanzava, perdevamo dei compagni. Si faceva loro un sorrisetto lasciandoli come se tutto quel che succedeva fosse pura cortesia. Non si poteva più né parlare né sentire. Ne rimanevano ogni volta tre o quattro intorno a una macchina.
Si resiste lo stesso, s’ha difficoltà a disgustarsi della propria sostanza, si vorrebbe poter arrestare tutto per poter riflettere e sentire in sé il cuore battere facilmente, ma ormai non è più possibile. Non può più finire. È come una catastrofe quell’infinita scatola d’acciaio e noi si gira dentro con le macchine e con la terra. Tutti insieme! E le mille rotelle e i piloni che non cascan mai e con essi dei rumori che vi schiacciano gli uni contro gli altri e certo così violenti che scatenano intorno a sé come delle specie di silenzi, che vi fanno un po’ di bene.
La collezione di dischi del Wrog/9: “Solo Masterpieces” di Art Tatum
Brevi video-consigli per formarsi una discoteca non convenzionale
#Twitolodelgiorno: #PAESE CHE INVADI #SANZIONI CHE TROVI
Continuano ad aumentare le sanzioni di #USA ed #Europa contro la #Russia
— RemoBassetti Twitoli (@BassettiRemo) March 18, 2022
Recensione del libro “Verso il paradiso” di Hanya Yanagihara
Ma sarà poi vero che Hanya Yanagihara, nonostante diriga il magazine culturale del New York Times, (altro…)
Var pensiero
Come il VAR sta guastando il calcio e cosa ci dice che non riguarda strettamente il calcio
“Sai caro, il bacio di prima mi era sembrato sincero e appassionato, però rivedendolo al VAR …”. (altro…)
Graciela Iturbide, nostra signora delle foto
Ufficio Visti
Se vi piace usare l’argomento (che devo dire comincia a essere chiaramente obsoleto): “Ah! Nell’arte lo spazio maggiore sempre ai maschi occidentali! (altro…)
Paese che invadi, sanzioni che trovi
Etica, efficacia e contraccolpi delle sanzioni
Oltre che dalla resistenza ucraina Putin pare spiazzato anche dalle sanzioni economiche: o più precisamente, l’inattesa resistenza ucraina ha reso “l’operazione militare speciale” sufficientemente cruenta, odiosa e lunga da offrire agli stati occidentali la determinazione e il tempo per adottarle. Si tratta di un “atto di guerra”, come dice Putin? (altro…)