Storia e pratica del silenzio

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Una storia del silenzio probabilmente non si può urlare (non sarebbe coerente), ma si può forse leggere, con quell’attitudine meditativa e piacevolmente ovattata che si trova anche sulla copertina di questo volume.

Brani dall’introduzione

Di |2020-09-11T15:17:28+01:0027 Settembre 2019|Storia e pratica del silenzio|

Il silenzio, in termini più laici, è stato nel Novecento lungamente biasimato, sia in nome della trionfante rumorosità del moderno sia in quanto colpevole diserzione dalla denuncia di genocidi, crimini odiosi, diseguaglianze sociali. Ma negli ultimi anni il vento è cambiato: fattori propulsivi della sua rivalutazione sono il successo delle pratiche di meditazione orientale, la saturazione acustica indotta dall’urbanizzazione, le forme tecnologiche di interazione sociale (che spingono in senso contrapposto rendendo dilagantemente verbale la distanza e spesso muta la prossimità), la maggiore lontananza storica e geografica intercorrente con i regimi politici che spogliano i cittadini della parola. E forse ha preso corpo la profezia di Susan Sontag, per la quale “man mano che diminuisce il prestigio del linguaggio aumenta quello del silenzio”. Già quest’elenco, tuttavia, evidenza come ciò che definiamo silenzio abbracci una serie di fenomeni totalmente eterogenei. Quel che li accomuna è che il silenzio viene sempre più presentato e percepito come una componente desiderabile dell’esistenza.

C’è tuttavia una confusione da dissipare, procedendo alle debite distinzioni categoriali che aiutano a non scivolare nelle semplificazioni. Esistono, in primo luogo, un silenzio rispetto al rumore e un silenzio rispetto alla parola.

Non dobbiamo dunque sorprenderci che esso condizioni le nostre vite con una forza forse non inferiore a quella delle parole, al punto che le strutture istituzionali e sociali, non soltanto quelle estreme come il carcere o il convento, sono rese comprensibili anche dai silenzi che le attraversano.

A maggior ragione, riprendiamo la questione del valore del silenzio. Quand’anche fosse possibile contestualizzarlo puntualmente, in base a cosa dovremo realmente considerarlo o meno con favore? La mia tesi è che il giudizio sui singoli silenzi vada messo in relazione con la libertà e l’etica.

Il tema del rapporto tra silenzio e libertà è assente o marginale nella riflessione teorica. Riguardo al rumore, esso comprende certo la libertà di sottrarsi al frastuono del mondo, per chi se lo può permettere; ma ancor più interessante mi pare l’esercizio della libertà individuale o collettiva di scegliere tra la parola e il silenzio, odiose come sono le costrizioni verso l’una o l’altro. Negli studi sulle discriminazioni, curiosamente, ci si concentra solo sull’obbligo di tacere e non sulla violenza, ancora più sottile, di essere costretti a rompere il silenzio che la dignità esigerebbe di mantenere. Il corrispettivo di quell’esortazione intellettuale che è: “Dillo con parole tue!” si sostanzia in: “Taci con i silenzi tuoi!”.

Inevitabilmente, chiamando in causa la libertà, assume un rilievo centrale il piano dell’etica. È normale chiamare un gruppo, un ente o un singolo soggetto a dare conto delle sue dichiarazioni; meno comune, tutto sommato, che ne venga invocata la responsabilità per i suoi silenzi, se non in casi macroscopici. Credo invece che dovremmo abituarci a considerare la gestione dei silenzi un architrave del nostro agire nel mondo, oltre che un buon parametro di giudizio delle istituzioni, delle organizzazioni e di chi le rappresenta. Nella sfera delle interazioni personali gli effetti drammatici di alcuni silenzi, frutto delle inibizioni, delle frustrazioni e dei giochi di dominio che li alimentano, segnano irreversibilmente le storie degli individui, con il torto ulteriore di giovarsi vigliaccamente della loro invisibilità.

Dieci brevi tesi

Di |2020-09-11T15:17:28+01:0027 Settembre 2019|Storia e pratica del silenzio|

“Storia e pratica del silenzio” estratti dal capitolo “Sull’uso pratico del buon silenzio. Dieci brevi tesi”

Credo sia chiaro per chi è arrivato alla fine che questo libro non è esattamente una perorazione del silenzio, specialmente di quello verbale. Una discreta quota dell’infelicità distribuita nel mondo discende da silenzi, dall’assenza di una parola o di un discorso che avrebbe potuto spiegare, proteggere, incantare, accogliere, unire, sciogliere, richiamare. Ma ho voluto mettere in discussione una certa concezione del silenzio come pura negazione o passività, (altro…)

Silenzio della natura e silenzio interiore

Di |2020-09-11T15:17:28+01:0027 Settembre 2019|Storia e pratica del silenzio|

“Storia e pratica del silenzio” estratti dal capitolo “Il silenzio perduto e il silenzio cercato”

Nel silenzio della natura cerchiamo di ritrovare l’unità. L’anima mistica la cercherà nel sacro, lo spirito laico nello strato che si nasconde sotto l’accumulo. (altro…)

Silenzio nei monasteri

Di |2020-09-11T15:17:28+01:0027 Settembre 2019|Storia e pratica del silenzio|

“Storia e pratica del silenzio” estratto dal paragrafo “Il silenzio dei monasteri”

Volgendosi agli albori della vita monacale, il silenzio non è cosa sorprendente, visto che monaco deriva da monos e che precursori furono gli eremiti che nel IV secolo, in Egitto, Siria e Mesopotamia, scelsero di ritirarsi nel deserto. (altro…)

Silenzio e amore

Di |2020-09-11T15:17:28+01:0026 Settembre 2019|Storia e pratica del silenzio|

 “Storia e pratica del silenzio” estratti dal paragrafo “Amare è un pò tacere”

Sin da principio quanto reclama l’amore non è l’offerta della parola ma quella esclusiva dello sguardo.

Si potrebbe persino dire che a distinguere l’amore dal puro appagamento sessuale sia l’intensità muta degli occhi. (altro…)

Silenzio di Dio

Di |2020-09-11T15:17:28+01:0026 Settembre 2019|Storia e pratica del silenzio|

“Storia e pratica del silenzio” estratto dal paragrafo “Il silenzio nella Bibbia”

Che la Parola donata all’uomo cominci il suo cammino biblico incespicando è innegabile. Adamo ed Eva non riescono a volgerla in dialogo, mai parlano direttamente tra loro, così come Caino e Abele. Interpellato da Dio, Abramo prova a nascondersi; (altro…)

Silenzio e rumore

Di |2020-09-11T15:17:28+01:0026 Settembre 2019|Storia e pratica del silenzio|

“Storia e pratica del silenzio” estratti dal paragrafo “Il rumore come simbolo del moderno”

La tecnologia ha incamerato tra i suoi compiti la riduzione del rumore. Ogni condizionatore o frigorifero è più silenzioso del modello precedente. Su larga scala, la smart city promette di eliminare i movimenti inutili, e per questa via arreca decremento sonoro. (altro…)

Silenzio nei lager

Di |2020-09-11T15:17:28+01:0026 Settembre 2019|Storia e pratica del silenzio|

“Storia e pratica del silenzio” estratti dal paragrafo “L’indicibile”

I campi di concentramento nazisti perseguivano lo scopo della demolizione dell’uomo. Questa conclusione, che fu l’esplicita premessa di tutta l’opera letteraria di Primo Levi, li rende refrattari alla parola, alla sua attitudine descrittiva ed emozionale. (altro…)

Lettura e silenzio

Di |2020-09-11T15:17:28+01:0026 Settembre 2019|Storia e pratica del silenzio|

“Storia e pratica del silenzio” estratto dal paragrafo “La lettura silenziosa”

Come si può intendere in questo scorrere da un secolo all’altro, tutto il processo della lettura silenziosa fu graduale, e alternato al piacere di quella orale che riportava pur sempre in mente un momento fondante delle comunità ristrette. (altro…)

Silenzio e sordità

Di |2020-09-11T15:17:28+01:0026 Settembre 2019|Storia e pratica del silenzio|

“Storia e pratica del silenzio” estratti dal paragrafo “Mani punite”

I pregiudizi di fondo verso la lingua dei segni erano riconducibili a due: che sia una forma di comunicazione regressiva ed espressivamente povera, tecnicamente non assimilabile a un sistema linguistico, nella migliore delle ipotesi un catalogo gestuale; (altro…)

Silenzio e la musica

Di |2020-09-11T15:17:28+01:0026 Settembre 2019|Storia e pratica del silenzio|

“Storia e pratica del silenzio” estratti dal paragrafo “Le mute armonie”

Il pianista David Tudor si sedette al pianoforte per suonare un pezzo del compositore d’avanguardia John Cage e lì rimase immobile per tutta la sua durata. E non perché fosse stato sopraffatto dalla malinconia o da un colpo apoplettico ma perché, a dire suo e di Cage, (altro…)

Silenzio e linguaggio

Di |2020-09-11T15:17:28+01:0026 Settembre 2019|Storia e pratica del silenzio|

“Storia e pratica del silenzio” estratti dal capitolo “Grammatica del silenzio”

Dopo aver fatto conoscenza con il silenzio nelle sue espressioni storiche, metaforiche, spirituali, artistiche, frutto di repressione o di impedimento fisico è venuto il momento di porci dinanzi all’interrogativo fondamentale per penetrare sino in fondo nella sua natura: il tacere è veramente il contrario del parlare? (altro…)

Silenzio e psicoanalisi

Di |2020-09-11T15:17:28+01:0026 Settembre 2019|Storia e pratica del silenzio|

“Storia e pratica del silenzio” estratto dal paragrafo “Il silenzio dell’analista”

All’inizio della terapia e della singola seduta il silenzio è, in effetti, un ritrarsi per dare spazio al paziente. Ma è ormai opinione comune che quel silenzio debba da subito essere intriso di consonanza ed empatia, corrispondente al “terzo orecchio” che Theodor Reik esortava a mettere a disposizione del paziente. (altro…)

Indice del libro Storia e pratica del silenzio

Di |2020-09-11T15:17:28+01:0025 Settembre 2019|Storia e pratica del silenzio|

INTRODUZIONE

IL SILENZIO DELLE ORIGINI

IL SILENZIO DI DIO

Il silenzio nella Bibbia

Lo scandalo del silenzio

Il silenzio dei monasteri

IL SILENZIO DEL BUDDHISMO

La curiosità del morente

Il mondo sotto Vuoto

Il silenzio e lo Zen

Quel che il koan non dice

SILENZI ANTICHI E MODERNI

Grecia, la parola onnipotente

La lettura silenziosa

I silenzi della civilizzazione

L’arte di tacere

SILENZIO E SORDITA’

Mani punite

Segni nello spazio

Contro la parola orale

Beethoven

SILENZIO E PSICOANALISI

Il silenzio del paziente

Il silenzio dell’analista

Il silenzio della relazione analitica

Silenzi lacaniani

L’inconscio affettivo

LE ASIMMETRIE DEL SILENZIO: L’AMORE, LE ISTITUZIONI

Amare è un po’ tacere

La diseguaglianza dei silenzi e delle parole

Il diritto di non rispondere

LA VIOLENZA DEL SILENZIO: IL  CARCERE, I LAGER, L’OMERTA’

Il silenzio come pena

L’Indicibile

La zona grigia

LE METAFORE DEL SILENZIO: FILOSOFIA, POESIA, ARTE

Su ciò di cui non si può parlare

Lo spazio bianco

Silenzi da vedere

IL COLLASSO DEL SILENZIO: IL WEB, LA POLITICA

Connessi: l’invenzione dell’assenza

Perché i politici non stanno più zitti

IL SILENZIO STAMPA

Terroristi o inserzionisti?

Verso il silenzio-Rete

IL SILENZIO E LA MUSICA

Il finto silenzio di John Cage

Mute armonie

IL SILENZIO E IL CINEMA

Due film

La sonorità tridimensionale

IL SILENZIO PERDUTO E IL SILENZIO CERCATO

Il rumore come simbolo del moderno

Il silenzio e il cervello

Il silenzio della natura e il silenzio interiore

GRAMMATICA DEL SILENZIO

Il silenzio tecnico

Detto e non detto

A quel cane manca solo il silenzio

Il silenzio come atto linguistico

Modi per fare silenzio

Silenzio chiama emozione

Tipi di silenzio nella comunicazione

SULL’USO PRATICO DEL BUON SILENZIO. DIECI BREVI TESI

Quarta di copertina “Storia e pratica del silenzio”

Di |2020-09-11T15:17:28+01:0025 Settembre 2019|Storia e pratica del silenzio|

Una storia del silenzio probabilmente non si può urlare (non sarebbe coerente), ma si può forse leggere, con quell’attitudine meditativa e piacevolmente ovattata che si trova anche sulla copertina di questo volume. Questo inno alla fuga dai rumori del mondo, nell’immersione senza suoni di una buona lettura, non è tuttavia una pratica così antica, dal momento che almeno fino al Duecento la maggior parte dei libri veniva letta a voce alta. Ma il silenzio non è solo un’attitudine personale verso la quale siamo più o meno portati. Ci sono molte forme di silenzio sociale, parecchie delle quali hanno regole stabilite, e ci sono silenzi carichi di significati, altri che non vogliono dire nulla o sono ambigui e altri ancora le cui conseguenze possono essere molto gravi. E in questo universo dei tanti silenzi che Remo Bassetti ci accompagna, additandoci forme di non-parola e di non-suono che si rivelano ricche di senso come mai avremmo sospettato. Nelle sue pagine, Storia e pratica del silenzio non tralascia nulla, dal silenzio del Big Bang alla biblica «voce di silenzio sottile», dal fecondo campo del silenzio orientale alle diverse attitudini con cui antichi e moderni hanno taciuto. Troveremo però anche i silenzi forzati, come quello della sordità o quello del lettino dello psicoanalista, i molti silenzi d’amore e l’omertà violenta del malvivente, fino a toccare il denso, indicibile silenzio assoluto del Lager. Con questo taciturno bagaglio storico, si affrontano poi la modernità, il silenzio del web, della politica, della stampa, del cinema e dell’arte, per tentare infine un’operazione che probabilmente è unica nel suo genere: la costruzione di una Grammatica del silenzio. Si conclude con l’elaborazione pratica di dieci tesi originali sul buon silenzio, dalle quali ciascuno, posato il libro, potrà trarre conclusioni o iniziare percorsi, ma certamente rivaluterà il reietto mondo privo di onde acustiche, così poco sondato prima d’ora.

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