Ci vorranno le quote rosa nelle recensioni? Nessuno fra gli ultimi dischi (usciti fra il 2019 e il 2020) della quattro musiciste che vado a indicare è stato segnalato in Italia, nemmeno dalle riviste specializzate. (altro…)
Boltanski e l’estrazione della memoria
Ufficio visti
Kiki Smith corpo e cosmo
Ufficio visti
Degas, sempre meno impressionista
Ufficio visti
Antony Gormley
Ufficio visti
La Biennale 2019 si impegna (e si sente)
Rispetto alla Biennale del 2017 l’avanzamento è palpabile, rispetto a quella del 2015 la differenza abissale: l’arte si è rituffata verso l’impegno sociale e la militanza ideologica (in senso nobile), senza nulla perdere in spontaneità ma anzi offrendole un punto d’appoggio. (altro…)
Silenzi da vedere
Un pittore e un fotografo ci aiutano a capire quando l’arte evoca il silenzio
In questi tempi, e non è affatto un male, c’è una discreta accentuazione delle riflessioni sul silenzio: in vari settori, compreso quello artistico, che anzi fa la parte del leone. (altro…)
Humana conditio
Sarà certo vero che un lungo attaccamento al seno giova psicofisicamente al bambino. (altro…)
Fernand Knoppf
Osvaldo Licini
Richter/annunciazione di Tiziano
La storia di questa mostra, microscopica ma densissima e ospitata a Palazzo Te di Mantova, nasce dalla volontà di affiancare due versioni di Annunciazione dipinte da Tiziano: la più nota, quella della Scuola Grande di San Rocco, del 1538, e l’altra, conservata a Napoli nel Museo di San Rocco, di vent’anni successiva. (altro…)
Nalini Malani
Funicolare di Napoli
Zao Wou Ki
Haegue Yang
Matta-Clark
Duane Michals
Sol Lewitt
Capirci un cubo
Mary Cassatt
I bambini in braccio alla madre sono, come soggetto, il lascito più significativo della pittrice americana Mary Cassatt, che il Musée Jacquemart André celebra a Parigi fino al 23 luglio. Perdurano su quelle raffigurazioni due discutibili stereotipi interpretativi: che scaturiscano dalle Madonne con bambino rinascimentali e che esprimano felicemente la psicologia dell’infanzia. (altro…)
Zhang Dali
E’ noto che i quadri degli impressionisti dischiudono le forme figurative da una certa distanza, mentre da vicino rivelano tutto il vigoroso illusionismo della pennellata e del colore. La serie “AK47” di Zhang Dali coinvolge lo spettatore in un’epifania assai più sconvolgente. (altro…)