Estratto (da “Derelitti e delle pene”)
Il negozio “Freedhome” in via Milano, a Torino, vende articoli fabbricati dai detenuti. Nei giorni del Salone del Libro è stato inserito nei circuiti del Salone-Off. Alle 18 dei giorni 18, 20 e 23 ci saranno sei incontri che prenderanno spunto da altrettanti libri e dialoghi con l’autore. Io con “Derelitti e delle pene” ci sarò giovedì 18. Normalmente riservo notizie come queste a Facebook ma mi dà un piacere particolare tornare a discutere di quel particolare libro, che costituì per me una straordinaria esperienza umana, a 14 anni di distanza dall’uscita. E trovo doveroso menzionare “Freedhome”
Un libro in tre parti, diverse ma complementari. La prima, la pena pensata, risponde alla domanda “perché punire” e si confronta con le ipocrisie sottese all’attuale sistema. La pena applicata, traccia una minuziosa storia della prigione in Italia, con il supporto di materiali d’archivio, e oscilla spesso tra il drammatico e il grottesco. L’ultima parte, la pena vissuta, è una collezione di brevi monologhi, raccolti dall’autore sulla base di colloqui effettuati nei più importanti istituti di pena del paese: più che resoconto una narrazione, condotta sul filo di una tensione linguistica che mira a restituire nello stile la frammentazione e l’isolamento delle voci ascoltate.
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