Un libro in tre parti, diverse ma complementari. La prima, la pena pensata, risponde alla domanda “perché punire” e si confronta con le ipocrisie sottese all’attuale sistema. La pena applicata, traccia una minuziosa storia della prigione in Italia, con il supporto di materiali d’archivio, e oscilla spesso tra il drammatico e il grottesco. L’ultima parte, la pena vissuta, è una collezione di brevi monologhi, raccolti dall’autore sulla base di colloqui effettuati nei più importanti istituti di pena del paese: più che resoconto una narrazione, condotta sul filo di una tensione linguistica che mira a restituire nello stile la frammentazione e l’isolamento delle voci ascoltate.
Invecchiare in carcere in compagnia di pochi oggetti aspettando il contatto con la terra fuori dall’istituto. E non guardarsi nello specchio, se non in quello deformante.
Continua la pubblicazione di una serie di monologhi che ho tratto alcuni anni fa da incontri con i detenuti in circa venti carceri italiani.
Scrivi un commento