Nel 2005 ho ideato, fondato e diretto una rivista mensile che si chiamava Giudizio Universale. È stata in edicola fino al 2008, ha avuto un epigono sul web e in una breve produzione libraria. Chi non la ricorda o la conosce può farsi un’idea della qualità delle collaborazioni qui. La sua novità, assoluta per l’epoca, era che si potesse recensire qualsiasi cosa, non solo un film o un libro, ma anche un ufficio postale, la Sacra Sindone, il car sharing o una pensione per animali. Alcune di quelle recensioni erano inattuali e dunque senza tempo; alcune attualissime, e dunque narrazione dell’epoca; altre preveggenti. Ne riproporrò un’ampia antologia.
Marco Travaglio sul clientelismo
Antologia di Giudizio Universale
Dire che si è sempre fatto così lascia il tempo che trova, anche perché non è proprio vero. Ma di Clementimastella, piccoli medi o grandi, la storia d’Italia è piena da prim’ancora che si chiamasse Italia. Da noi il feudalesimo non è mai davvero finito, ma nemmeno cominciato: è sempre esistito. (altro…)
Sei intellettuali chiamate a legiferare sugli uomini (Antologia di Giudizio Universale)
Loredana Lipperini, Lella Costa, Chiara Zocchi, Melissa P., Manuela Dviri, Alessandra Montrucchio. Abbiamo chiesto loro di immaginarsi al potere con senso di ironia e del paradosso per introdurre una norma di legge a testa che scalfisca quelle forme di dominio maschile che degenerano nella violenza. E’ venuto fuori, come al solito, che il paradosso è l’anticamera del realismo e della lucidità.