La più famosa frase sulla democrazia è “il peggior sistema politico, salvo tutte le altre forme che si sono sperimentate finora”. Il guaio è che, per evitare di essere rubricati tra gli altri regimi, tutti i governi oggi si proclamano democratici. Così quel termine sempre più appare svuotato di significato e obiettivi. Norberto Bobbio, molti anni fa, intitolò il suo testo più noto “Il futuro della democrazia”. Forse di quel futuro c’è da essere più preoccupati adesso, anche se non ce ne accorgiamo. Anzi: proprio perché non ce ne accorgiamo.
La storia va avanti: un tempo con la parola azionisti si definivano i partigiani, oggi quelli delle banche. Di fronte all’accrescersi dei poteri sovranazionali le costituzioni, emblema orgoglioso di un disperso solidarismo patriottico, diventano orpelli pretenziosi che è ora di consegnare al rigattiere. L’inserimento dell’obbligo di pareggio di bilancio nella Costituzione sarà la discesa conclusiva nella categoria spirituale dei testi normativi: da libro sacro della cittadinanza ad aziendale libro mastro della contabilità.
Remo Bassetti (da Cosa resta della democrazia)
Il vicepresidente è contrario all’uguaglianza di diritti dei gay e delle lesbiche. Il ministro della difesa, quando era generale in Iraq, disse che “è divertente sparare a certa gente”. Il ministro del lavoro è amministratore delegato di una catena di fast food, accusata di violazioni dei diritti dei lavoratori. Il ministro della sanità è contrario a ogni copertura sanitaria per chi abortisce. Il ministro dell’agenzia per la protezione ambientale non crede nel cambiamento climatico. Il ministro del tesoro è stato per 17 anni amministratore di Goldman Sachs e ha accumulato miliardi durante la crisi immobiliare del 2008. Il ministro dell’istruzione è contrario a finanziare la scuola pubblica.
Fonte: Internazionale
Ma basterebbe davvero essere informati, magari grazie alla Rete, per rimuovere i conflitti? Forse che gli eserciti nemici , le organizzazioni dei lavoratori e quelli che mandavano la polizia a manganellarli, le etnie che si sono scannate nelle guerre civili scontavano essenzialmente un problema di informazione? “Ma bastava saperlo, adesso ci siamo chiariti!” sarebbe stata, in un commovente abbraccio pacificatore, la conclusione che avrebbe disinnescato i rancori e i divergenti interessi?
Remo Bassetti (da Cosa resta della democrazia)
Troppo presto l’ingegneria istituzionale si è arresa all’assenza di vie intermedie tra la delega rappresentativa e la democrazia diretta, limitando a ricavare uno strapuntino per il referendum. Però lo sforzo di ritagliare spazi più cospicui per la partecipazione deve procedere di pari passo con l’elevazione della qualità del dibattito, con l’educazione civica dei cittadini, con l’apertura di spazi pubblici che siano in grado di rivitalizzare la politica.
Remo Bassetti (da Cosa resta della democrazia)
L’unica separazione del potere fin qui compiutamente realizzata è quella dal popolo. La massa ha barattato la libertà privata con l’esautorazione dall’autogoverno e questo, accompagnato dalla subordinazione della politica all’economia, ha determinato uno scadimento della vita civile.
Remo Bassetti (da Cosa resta della democrazia)
E i senatori adesso? Sorteggiamoli. Una proposta seria
Nel fronte del no si è ricorso molto all’argomento della partecipazione dei cittadini. È vero che la nuova legge non si muoveva in quella direzione, (altro…)
Se domandassero a Renzi: “Lei lavora nella politica?” potrebbe rispondere genuinamente “In un certo senso. Faccio il leader politico”. Quel ruolo di guida, che i colleghi hanno cercato di ottenere con una più o meno onesta gavetta, Renzi lo ha fatto abilmente e da subito percepire al pubblico (e ai colleghi stessi) come una vera distinzione di qualifica professionale, quasi avesse conseguito un titolo specialistico alla Bocconi.
Remo Bassetti (da Cosa resta della democrazia), scritto quando Renzi non era ancora premier
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Chiunque può inviarmi il suo Discorso di Pericle ai giorni nostri ed essere inserito nella pagina dedicata. Basta autoprodurre, anche con una webcam o uno smartphone a buona definizione, un video di non oltre tre minuti, di libero contenuto purchè attinente alla democrazia e con la precisa indicazione della comunità scelta al posto degli ateniesi, e poi e mandarlo con WeTransfer all’indirizzo del sito insieme ai propri dati. E’ preferibile che il video cominci, come il Discorso di Pericle, con “Noi qui a…..(comunità di riferimento) facciamo così”. Non verranno pubblicati video di qualità visiva troppo scadente, contenenti ingiurie o che costituiscono promozione di una specifica forza politica, non essendo questo lo scopo dell’iniziativa. Se trovo un Discorso molto interessante è possibile che lo faccia transitare in home page, come quelli che ho specificatamente richiesto.