La più famosa frase sulla democrazia è “il peggior sistema politico, salvo tutte le altre forme che si sono sperimentate finora”. Il guaio è che, per evitare di essere rubricati tra gli altri regimi, tutti i governi oggi si proclamano democratici. Così quel termine sempre più appare svuotato di significato e obiettivi. Norberto Bobbio, molti anni fa, intitolò il suo testo più noto “Il futuro della democrazia”. Forse di quel futuro c’è da essere più preoccupati adesso, anche se non ce ne accorgiamo. Anzi: proprio perché non ce ne accorgiamo.
La domanda sulla democrazia oggi non è più quanta capacità hanno i cittadini di assumere decisioni secondo la pratica dell’autogoverno? che poteva andare bene per la democrazia classica bensì quanto ciascuno è libero di fare ciò che desidera?. È una rivoluzione copernicana che non può solo giustificarsi in modo funzionale.
Remo Bassetti (da Cosa resta della democrazia)
Con un referendum svolto insieme alle elezioni presidenziali, l’Oklahoma ha raggiunto un record: è il primo stato a proteggere la pena di morte inserendola nella costituzione. Nella stessa giornata in California, lo stato che vanta il maggior numero di esecuzioni, si votava nella stessa materia, e la domanda sostanzialmente era: volete che la procedura diventi più celere? Il popolo ha risposto favorevolmente.
Dalle prossime elezioni per eleggere il governatore del Maine si voterà con il Ranked Choice Vote. Questo significa che ogni elettore dovrà compilare una classifica dei candidati, dal primo all’ultimo. Il primo spoglio servirà non a scegliere il preferito ma a eliminare il meno votato. Esaurita quest’operazione, si ricontano le schede senza considerare l’escluso e così via, sino alla proclamazione del vincitore. E’ un sistema già adottato in Australia. Da una parte tende a sfavorire le ali estreme, dall’altra non costringe gli elettori al voto “utile”, come si suol dire turandosi il naso.
Uno dei tabù che la democrazia non ha voluto affrontare, per non confrontarsi con i propri limiti, è l’esigenza che la politica dovesse predisporre sistemi per circoscrivere l’influenza del retore piuttosto che allestirgli tribune.
Remo Bassetti (da Cosa resta della democrazia)
È cacciare via dal governo chi aveva conti segreti all’estero. Non è consegnare il potere al partito dei Pirati, che si sono fermati al 14,5% dei voti contro ogni sondaggio (ma cosa contano ormai i sondaggi?). È eleggere il 47,6% delle donne come parlamentari, quarta percentuale al mondo dopo Cuba, Bolivia e Ruanda.
Propongo di definire la variante soft del populismo con un piccola accorgimento grafico: populismo. Il leader non vuole illudere più di tanto il popolo che comanderà insieme a lui, perché quello che chiede è una delega in bianco. Al popolo egli promette semmai che non verrà più comandato, salvo poche cose essenziali. Il populismo è una retorica della libertà.
Remo Bassetti (da Cosa resta della democrazia)
Quando parliamo di democrazia stiamo occupandoci, prima ancora che del potere di governare grazie alla democrazia, del potere di governare nonostante la democrazia. Quello che ogni tanto scandalizza i decisionisti e li spinge a ingegnarsi per forzare certi blocchi o lentezze del sistema non è altro che la normalità e, in ultima analisi, l’essenza delle democrazia stessa. Stupirsene è come se nel pieno della monarchia assoluta qualcuno avesse esclamato: “Eh, ma questo vuole sempre l’ultima parola”.
Remo Bassetti (da Cosa resta della democrazia)
La storia ha dimostrato che è difficile sottrarsi all’alternativa: o i cittadini vengono educati alla vita pubblica e all’autogoverno e allora sviluppano una generale attitudine alla decisione appropriata, oppure vengono relegati lontanissimi dalle stanze del potere e diventano inaffidabili anche nella scelta di coloro che le decisioni appropriate sono chiamati a prendere.
Remo Bassetti (da Cosa resta della democrazia)
In certe aree dobbiamo chiudere questa Internet in qualche modo. Amici, credetemi la tortura funziona. Chiedo una completa e totale interruzione dell’ingresso dei musulmani negli Stati Uniti. Voglio costruire un muro e nessuno costruisce i muri meglio di me. La pigrizia è un tratto dei neri. Non so se accetterò l’esito del voto.
Donald Trump
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Chiunque può inviarmi il suo Discorso di Pericle ai giorni nostri ed essere inserito nella pagina dedicata. Basta autoprodurre, anche con una webcam o uno smartphone a buona definizione, un video di non oltre tre minuti, di libero contenuto purchè attinente alla democrazia e con la precisa indicazione della comunità scelta al posto degli ateniesi, e poi e mandarlo con WeTransfer all’indirizzo del sito insieme ai propri dati. E’ preferibile che il video cominci, come il Discorso di Pericle, con “Noi qui a…..(comunità di riferimento) facciamo così”. Non verranno pubblicati video di qualità visiva troppo scadente, contenenti ingiurie o che costituiscono promozione di una specifica forza politica, non essendo questo lo scopo dell’iniziativa. Se trovo un Discorso molto interessante è possibile che lo faccia transitare in home page, come quelli che ho specificatamente richiesto.