Il Nuovo Giudizio Universale

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Il Nuovo Giudizio Universale2020-09-11T15:17:15+01:00

Non ho intenzione di rifare la rivista. Un’energia di quel tipo si ha una volta nella vita. Più modestamente riprenderò il genere “recensione”, di nuovo destinandolo indiscriminatamente a una mostra come a un oggetto o a una tendenza. Ma fatemi compagnia! Pubblicherò le vostre recensioni purché contenute in tremila battute, non oltraggiose, di interesse generale e non sospette di personalismo (insomma, se il cameriere è stato scortese al ristorante non è questo lo spazio per vendicarsi). Quelle che mi piacciono di più le farò passare per l’homepage. È d’obbligo il giudizio finale in soli/ombrelli (vedere sotto). Ogni recensore ha a disposizione uno spazio al mese.

I giudizi

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Perfetto


Alla grande


Merita


Niente male


Né infamia né lode


Anche no


Da dimenticare


Terrificante

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Si salvi chi può

Recensione del film “Il sacrificio del cervo sacro”

Il film comincia con una scena cruda e reale che potrebbe far alzare definitivamente dalla poltrona una quota di spettatori dallo stomaco delicato : un’operazione a cuore aperto. Yorgos Lanthimos mette subito in chiaro che non userà troppi riguardi verso lo spettatore. Chi resiste scoprirà che “Il sacrificio del cervo sacro” è però un’operazione a cuori chiusi. Algidi, intorpiditi, irraggiungibili.

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Recensione del film “A quiet passion”

“Questa è la mia lettera al mondo che non ha mai  scritto a me”. Comincia con questi versi, forse i più conosciuti di Emily Dickinson, il gioco del continuo affaccio testuale fuori campo sulle scene del film “A Quiet Passion”. E nel giudicare l’opera, da subito si pone l’obbligo critico di non regalare al regista Terence Davies meriti ascrivibili esclusivamente alla grandissima poetessa americana e alla capacità della sua opera, solo apparentemente semplice, di suscitare brividi in chi l’ascolta recitata. Se infatti è vero che il biopic su un personaggio (altro…)

Recensione del film “L’affido”

Venti minuti iniziali di spoglio ed esemplare realismo sociale. Una tesa udienza dove si discute dell’affido di un minorenne; davanti a un giudice donna, dall’aspetto assai dimesso ma risoluta e coscienziosa; due avvocati donna dallo stile diverso (una più tribunizia e l’altra oggettivizzante, con i pregi e i difetti che entrambi gli approcci comportano in una causa di questo genere); (altro…)

Recensione del film “Il dubbio- Un caso di coscienza”

Sapete dove sarebbe straordinariamente utile proiettare questo film? A un corso universitario di diritto penale, e precisamente in calce a una lezione sul principio di causalità, quando si studia quale tra più azioni concorrenti abbia determinato un evento dannoso. Non vorrei che questo elogio risultasse disincentivante, offrendo l’idea di un pellicola greve e verbosa: al contrario, “Il dubbio -Un caso di coscienza” è avvincente e angoscioso dall’inizio alla fine, (altro…)

Recensione del film “Loro 1 e Loro 2”

“Scusi, mi tiene il posto che vado a compare i pop corn e visto che mi trovo faccio un salto al supermercato?”. Non abbiate paura di formulare questa richiesta nella prima ora di “Loro 1”, specialmente se ciò a cui tenete (come in teoria il regista Sorrentino) è incontrare l’uomo Berlusconi. Tanto Toni Servillo compare dopo quaranta minuti e la parte iniziale, noiosetta il suo si concentra su alcuni personaggi, (altro…)

Recensione del film “Dogman”

Dire che in questo film non ci siano scene violente sarebbe un’assurdità. Eppure è incontestabilmente vero se il parametro è la storia di cronaca del “Canaro”, che ha ispirato Garrone: chi va al cinema immaginando di ripercorrerla rimarrà deluso. In verità anche i fatti riscontrati dagli investigatori furono meno truculenti di quel che raccontò l’uccisore, che a quanto pare infierì sul cadavere ma non commise le sevizie che confessò in un delirio allucinatorio. Se aveva messo in circolo una versione di fantasia il Canaro stesso, non poteva e doveva forse farlo il regista? Garrone da quell’episodio prende solo spunto per seguire una strada completamente diversa, imperniata su un profilo psicologico discretamente complesso, e una relazione che non si può liquidare solo come racconto di (stra)ordinaria sopraffazione e vendetta smisurata.

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Recensione del film “Everybody knows”

Tutti lo sanno

Film e buoi dei paesi tuoi. Il grande regista iraniano Asghar Fahradi aveva già diretto un film in territorio e lingua non iraniana, e precisamente “Il passato” in francese. Ma con “Todos lo sabes” (“Everybody knows” e poi vedremo quale sarà il titolo all’uscita in Italia), che ha inaugurato la scorsa settimana il Festival di Cannes, (altro…)

Recensione del film “Cosa dirà la gente”

Non ci sono alternative per la comunità pakistana in Norvegia (e forse in Europa, e forse per i pakistani tutti): o intraprendono una class action verso la regista Iram Haq oppure le loro frange più sensibili prendono spunto da questo film per avviare un serio percorso di ripensamento sull’auto-integrazione. L’aspetto più disturbante di questo schiaffo in faccia che è “Cosa dirà la gente” è la sensazione di assistere a una messa in scena razzista verso un gruppo etnico.

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Recensione del film “Tonya”

Nel 1994 si perpetrò la più flagrante violazione del precetto decoubertiniano, l’importante è partecipare, capovolto in un pragmatico l’importante è non far partecipare l’avversaria: la pattinatrice Kenny Corrigan, favorita per i campionati statunitensi di pattinaggio sul ghiaccio, venne azzoppata da una sprangata sulle ginocchia. La responsabilità fu fatta risalire alla rivale Tonya Harding: più precisamente venne acclarato che il mandante indiretto fosse il suo ex marito, Jeff Gillooly, con il quale lei intratteneva un patologico rapporto di prendi e molla, e il mandante diretto un obeso psicopatico mitomane, amico del marito (della serie: dimmi con chi vai e ti dirò chi sei). (altro…)

Recensione del film “I segreti di Wind River”

Il mondo culturale è sempre più attratto da un’America lontana da quella delle metropoli, e all’interesse sociologico verso la provincia del sud – quella che noi ignoriamo e che ha determinato la vittoria di Trump – si affianca l’esplorazione narrativa della frontiera – quella che ignorano gli stessi americani. (altro…)

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