Il Nuovo Giudizio Universale

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Il Nuovo Giudizio Universale2020-09-11T15:17:15+01:00

Non ho intenzione di rifare la rivista. Un’energia di quel tipo si ha una volta nella vita. Più modestamente riprenderò il genere “recensione”, di nuovo destinandolo indiscriminatamente a una mostra come a un oggetto o a una tendenza. Ma fatemi compagnia! Pubblicherò le vostre recensioni purché contenute in tremila battute, non oltraggiose, di interesse generale e non sospette di personalismo (insomma, se il cameriere è stato scortese al ristorante non è questo lo spazio per vendicarsi). Quelle che mi piacciono di più le farò passare per l’homepage. È d’obbligo il giudizio finale in soli/ombrelli (vedere sotto). Ogni recensore ha a disposizione uno spazio al mese.

I giudizi

soli_4
Perfetto


Alla grande


Merita


Niente male


Né infamia né lode


Anche no


Da dimenticare


Terrificante

ombrelli_4
Si salvi chi può

Recensione del film “La ruota delle meraviglie”

Per i cultori di Woody Allen ogni suo film genera da tempo una sorta di nevrosi sentimentale. Se il grande regista fa cilecca cerchiamo nell’immancabile lampo di qualche trovata la mitigazione della condanna: “Sì, ma è sempre Woody Allen!”. Se riemerge il Woody Allen dei giorni buoni si rimane con quel filo amarostico di parziale insoddisfazione: “Si, beh, certo, ma da Woody Allen…”. La ruota delle meraviglie rientra nella seconda categoria, e tanto vale sfogare da subito la quota di frustrazione. Così, se da una parte si può inneggiare alla magica fluidità narrativa di un autore ottantaduenne, (altro…)

Recensione del film “Assassinio sull’Orient express”

Mettiamo che un regista in cerca di un soggetto letterario per il suo prossimo film si aggiri nella sua biblioteca per individuare il testo adatto e a un certo punto tiri giù lo storico giallo di Agata Christie, Assassinio sull’Orient Express. Mentre se lo rigira tra le mani gli frullano per il capo tre problemi non da poco: la soluzione del giallo è talmente fantasiosa da essere rimasta in mente a chiunque lo abbia letto o sentito parlare e dunque parecchi ne conoscono il finale, esiste una precedente e riuscitissima trasposizione cinematografica di Sidney Lumet (altro…)

Recensione del film “Loveless”

Chi non ricorda “Kramer contro Kramer?”. Ecco. Questo film è il suo opposto. Se Dustin Hoffman e Meryl Streep si contendevano, non sempre con maturità genitoriale magari, l’affido del loro bambino dopo la separazione,“Loveless” narra di un’altra coppia ai titoli di coda in cui, però, del figlio dodicenne nessuno sa che farsene. (altro…)

Recensione del film “L’insulto”

In Libano il problema di fare i conti con il passato è talmente grave da impedire a di fare i conti persino del presente. In uno dei paesi più divisi del mondo l’ultimo censimento risale al 1970,per occultare il possibile sorpasso dei musulmani sui cristiani, che determinerebbe una crisi del già precario e singolare equilibrio di poteri (le tre principali cariche dello stato sono assegnate di diritto a uno scita, un sunnita e un cristiano). Al tempo stesso, il Libano è il paese con la più alta proporzione di immigrati rispetto agli abitanti, addirittura 1 su 4. In Libano risiede una quantità cospicua di palestinesi, non nelle grazie di tutta la popolazione e in particolare invisi ai cristiano maroniti. (altro…)

Recensione del film “Happy end”

Non so se qualcuno vorrà fare l’esperimento, perché vederlo una volta sola, l’ultimo film di Michael Haneke, basta, e forse avanza: ma sarebbe interessante, Happy end, vederlo una seconda volta, all’incontrario, seguendone il riavvolgimento. Probabilmente, nella prima scena,rimarremmo colpiti dall’uso documentaristico e perverso che una tredicenne fa dello smartphone, esattamente come nella versione dall’ordine corretto, poiché è così che circolarmente si conclude il film.

E nella fase finale del riavvolgersi penseremmo della giovane Eve: (altro…)

Recensione della serie “Gomorra”

La sfida di una serie come “Gomorra” focalizzata intorno a più personaggi che competono per crudeltà è quella di lasciare aperte allo spettatore le porte dell’immedesimazione con qualcuno di loro, mostrandone qualche crepa di fragile umanità. (altro…)

Recensione del film “The square”

Non credo di praticare un grave spoiler se anticipo che l’ultima frase pronunciata nel film “The square”, trionfatore a Cannes, è “Mi spiace, non posso esserle d’aiuto”, ed è pronunciata come pura e vuota forma di cortesia al termine di una conversazione che, a dispetto della concretezza di una domanda, si prospetta per tutta le sue sequenze come una cronica impossibilità di intendersi e interagire tra l’interrogante e chi risponde. Non è una frase casuale perché il tema dell’aiutare gli altri è il vero centro di un’opera audace e ambiziosa, con una strana struttura che somiglia a un film a episodi  concatenati, (altro…)

Recensione del film “La ragazza nella nebbia”

“Parli come un libro stampato” è un modo di dire che sta a metà tra l’elogio e la derisione, segnalando da un lato l’appropriatezza e dall’altro la pedanteria. Il film “La ragazza nella nebbia” parla come un libro stampato nel senso che proviene da un romanzo già concepito come sceneggiatura e che poi ha venduto tre milioni di copie nel mondo. La particolarità del caso è che l’autore del libro e della sceneggiatura, Donato Carrisi, si propone nella veste di one-man-show, cioè anche come regista. (altro…)

Recensione del film “Ottobre” di Ejzenstejn

Gli anni trascorsi dalla Rivoluzione Russa sono cento, quelli che ci separano dai film che il governo russo commissionò per celebrarla nel suo decennale sono novanta. Fatta eccezione per uno, “Ottobre” di Ejzenstein, che uscì con un anno di ritardo, nel 1928. La ragione fu l’ampio rimaneggiamento della pellicola, considerata troppo sperimentale ed estetica per assolvere agli scopi e infine purgata di un ora e mezza di scene e del personaggio di Trockij, caduto in disgrazia presso Stalin e rimosso anche delle fotografie in cui posava a fianco del dittatore. L’episodio segnò il declino del grande regista presso il governo, e questa circostanza induce per lo più gli ammiratori postumi di Ejzenstein a sottacere, o quasi, quanto il film fosse un’opera di propaganda politica, del regime prima che dell’idea. Del resto, l’ultima azione filmata riguarda la promulgazione del decreto che assegnava le terre ai contadini: quando il film usciva però le terre erano state collettivizzate e il massacro dei kulaki (i piccoli proprietari che avevano beneficiato del decreto) in pieno svolgimento. Se in un suo scritto su Manet il coltissimo Ejzenstejn aveva osservato che “sulla tela non c’è posto per due padroni” riferendosi al colore e alla linea, sullo schermo egli accettò di condividere il suo sperimentalismo artistico con una bolsa retorica al servizio del potere. (altro…)

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