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Il trailer del capitolo
Musica consigliata per la lettura del nono capitolo: Mouth breather (The Jesus Lizard)
“Ti conviene cambiare atteggiamento, ragazza. Voglio i nomi delle tue compagne. Non dico che in cambio ti prometto un futuro felice ma almeno ti eviti una morte da incubo”.
Rose non replicava. Roberto sollevò la testa, che quasi con amorevolezza materna l’indio gli custodiva sulla sue mani dopo avere mollato la presa sulle spalle, e intravide il volto cupo e determinato della figlia. Briggs accese una sigaretta.
“Dì, la storia di Juan che ha tradito te la sei inventata, vero?”. Espirò un interminabile sbuffo di nicotina e non attese neppure la risposta: “Ero amico di Juan, Ma in quel momento proprio non si riusciva a far ragionare Quintana. Ci è voluto un po’ perché ti mettesse a fuoco”. Rose ne incrociò per un secondo l’occhio e poi abbassò i suoi. Sembrava aver perso la baldanza di poco prima e pareva stanca, piuttosto, come una che non vede l’ora di andare a riposare in hotel dopo un lungo viaggio.
“Vedrai come ti metto a fuoco io appena arriviamo a destinazione” concluse Briggs.
“Lascia andare mio padre” il filo di voce di Rose era molto meno vigoroso delle nuvole di tabacco bruciato di Briggs, simili a lampi di cherosene nella notte. “Non sa nulla”.
“Non sa nulla? E chi sa se lui non sa? Perché ti saresti affrettata a correre qui? Se ci dai tu le informazioni in effetti non abbiamo più cosa farcene del tuo paparino. Altrimenti lo teniamo, all’inizio solo come spettatore, dei tuoi prossimi impegni e vediamo come reagisce. Dai, semplifica le cose e lo faccio scendere dalla macchina”.
“Non ti credo. Quali garanzie mi dai?” sembrò rianimarsi Rose. Dall’altra parte echeggiò una risata fragorosa. “La sentite ragazzi? Vuole le garanzie la signora! Come le banche! E’ per questo che c’è la crisi economica sai? Nessuno vuole muoversi più senza garanzie. E poi ci si lamenta che le persone muoiono di fame. O di qualcos’altro. Quanto manca, Ramon?” disse rivolgendosi all’indio.
“Dieci minuti”
“Ok. Venti minuti e sono lì” lesse ancora Briggs con un sorriso. Immediatamente arrivò un segnale diverso dal cellulare. “Uno stress quest’aggeggio, vero amico?” chiosò Briggs mentre lo maneggiava.
“E cosa diavolo è questa roba?” domandò nel vedere, con una magnifica riproduzione digitale, un ventricolo esplodere e il sangue aggredire lo schermo, poi l’intersecarsi di linee sul display e successivamente il loro scorrere rettilineo.
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