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Il trailer del capitolo
Musica consigliata per la lettura del sedicesimo capitolo: Villa Lobos Bachianos brasileiros n. 5 (Hector)
Un senso di conciliazione con il mondo risvegliò Roberto. Ebbe la dolce sensazione di avere riposato gli arti per giorni. Accese l’abat-jour per guardare l’orologio ma erano poco più delle cinque, non aveva dormito forse nemmeno un’ora. Volse lo sguardo a fianco verso Lilith che dormiva girata sul fianco opposto ma con la coperta intrecciata e sollevata in un modo che quasi le raddoppiava il corpo. Per un istintivo impulso all’ordine Roberto ne tirò giù un lembo e Lilith scattò con le ginocchia rannicchiate in mezzo al letto con gli occhi ancora chiusi.
“E’ tornata” gridò e si preparò a lanciare un urlo lancinante che Roberto soffocò prontamente con una mano sulla sua bocca.
“Non è tornata, non c’è nessuno oltre noi due” le sussurrò nell’orecchio mentre provava a cingerla con il braccio da dietro la spalla incontrando la sua rigida opposizione.
“Cosa fai lì?” gli chiese con una voce nemmeno troppo assonnata.
“Credo che dobbiamo parlare Lilith” si sentì dire. Il primo passo era sicuramente quello. La purificazione, la liberazione dalla menzogna. Squarciando quel velo avrebbe visto chiaro lui stesso.
“A quest’ora” protestò debolmente lei, contorcendosi e stiracchiandosi, apparentemente prossima a crollare nuovamente sul cuscino.
“Ne sono passate già troppe di ore da quando dovevamo parlare” uscì di bocca a Roberto, che si sentì immediatamente soddisfatto di sé per la lapidaria efficacia di quella frase.
Mandò a tutti e tre lo stesso messaggio, digitando velocemente: “Mi chiami, per favore?”. Mentre li componeva il telefono vibrava ossessivamente, scosso dalle degenerazioni cellulari e circolatorie delle cavie. Gli venne la tentazione di inviarne uno anche a Machaut, per cominciare a segnalare la sua presa di distanza. Compose anche il suo numero, rimase non meno di tre minuti a guardare lo schermo che doveva completare con le parole. Digitò: “Credo”. Gli parve un buon inizio, ma lì si bloccò. Come doveva proseguire? Metafisicamente? Credo in un Dio onnipotente ma non sei tu? In un Dio onnipotente ma non sono io? Ma che senso aveva, alla fin fine?
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