Bisognerebbe indagare su questa malattia che induce a catalogare qualsiasi libro, ormai anche le ricette di Suor Germana, come “”giallo. E’ accaduto, in recensioni di rilievo, anche per questo bellissimo romanzo che riprende in realtà la tradizione dei romanzi storici sui casi giudiziari, senza però in questo caso il riferimento a un reale fatto di cronaca. Ciò che appare storicamente solida è la ricostruzione del contesto tardo-feudale della Scozia di metà ottocento, e fa accapponare la pelle, con la sua violenza di classe e le terribili teorie criminologiche. “Progetto di sangue” parte dal delitto e racconta la storia per accumulo di materiali, il principale dei quali è il diario del protagonista, un contadino istruito, con un’intelligenza superiore alla media ma anche un certo disagio mentale, che uccide l’oppressore della sua famiglia. Ci sono anche la relazione medica e la ricostruzione cronachistica del processo, il tutto con uno stile cristallino. Lo scopo, più che dare conto dei vari punti di vista, pare quello di evidenziare i punti di non-vista, o meglio di non-ascolto, perché tutti ragionano in funzione dei propri pregiudizi e la vicenda ci fa soffrire, oltre che per il dramma umana, per l’agghiacciante incomunicabilità che attraversa quelle (non) relazioni. Magistrale e scorrevole sino alla perfezione.
Graeme Macrae Burnet
Progetto di sangue
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