In questo post-8 marzo volevo scegliere un libro femminista. Da far leggere agli uomini, mica solo alle donne. Personalmente amo molto la lettura di Simone De Beauvoir Il secondo sesso, ma ho la sensazione che quel tipo di pensiero, livellante oltre che egualitario, non abbia prodotto buoni esiti nell’evoluzione della donna. Mi trovo forse più allineato alla seconda fase femminista, e dunque a Luce Irigaray (ad esempio in Io, tu, noi: è del 1992, ma si può ancora ordinare su Internet), a all’argomento che la donna, prima che l’eguaglianza, dovesse perseguire la differenza. E però non può farmi impressione constatare come il più accanito maschilista irlandese del primo novecento e una femminista radicale americana condividerebbero la medesima affermazione: che c’azzecca l’uomo con la donna? Per questo preferisco richiamare la psicologa Carol Gilligan, che ha raggiunto un buon punto di equilibrio, con la sua “etica della cura” e con la tesi che liberarsi dai ruoli di genere prefissati dalla società patriarcale sarebbe un gran risultato non solo per la donna ma anche per l’uomo. Nel libro, oltre alla sua voce cristallina e non conflittuale, testimonianze di adolescenti strette nella morsa delle pressioni culturali.
Carol Gilligan
La virtù della resistenza. Resistere, prendersi cura e non cedere
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