Questo romanzo tratta di uno dei più bizzarri progetti letterari che possano essere concepiti: riscrivere con qualche modifica il libro di insuccesso pubblicato da un romanziere vicino di casa, concepito in nove racconti ma incentrato sulla figura di un ventriloquo e sullo stato di prostrazione che in certi momenti provoca l’incapacità di selezionare e valorizzare una voce tutta per sé. È quest’ultima una condizione che si riproduce nei nove racconti di stile disomogeneo, che Mac – l’aspirante romanziere del ricalco – nella sostanza recensisce sulle pagine di quello che è già l’avvio del suo progetto letterario, un diario divagante che spera per strada di trovare la sua nobiltà letteraria. E che effettivamente nel frattempo diventa il nostro “Un problema per Mac”, libro che accanto allo straniante e ipnotico tessuto narrativo affianca una saggistica brillante sul romanzo incompiuto, sulla sostanza stessa dello scrivere e sul concetto di ripetizione. Segnato come autore da Calvino e Borges, Vila-Matas è una delle menti più fervide dell’attuale letteratura, ma è capitato che la sua intelligenza raffreddasse un poco i suoi testi. Diversamente, nello scintillante gioco di specchi di questo libro fintamente frammentato che è “Un problema per Mac” accende con discrezione tante fiammelle emotive e costruisce un personaggio straordinario, oltre che uno stakanovista del pensiero.
Enrique Vila-Matas
Un problema per Mac
Traduzione di Elena Liverani
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