Lo spirito del dono di Jacques Godbout

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Il regalo socialmente più importante dei giorni nostri è quello che le grandi aziende tecnologiche
come Google o Facebook fanno dei loro servizi. Ma si tratta di una mela avvelenata: è in realtà uno scambio commerciale occulto e complesso. Attualmente ci si focalizza dunque su quale scopo utilitaristico si nasconda dietro un dono. All’inizio degli anni novanta un gruppo multidisciplinare francese, detto degli antiutilitaristi, filiato dagli studi antropologici e sociologici di Marcel Mauss, si interrogava sul tema opposto: quanti doni si nascondono dietro il funzionamento apparentemente mercantile della nostra società? L’economia del dono, nella sua purezza, contraddistingue diverse società arcaiche, raggiungendo l’apice nel potlac, praticato dagli indiani del nordovest americano: una sfida a donare il maggior numero possibile di cibo e beni preziosi, nella quale il confine con l’impoverimento accresce lo statuto politico degli individui. Sarebbe un errore considerarla un’ingenuità: il dono attiva un sistema circolare nel quale tanto più si dà tanto più si riprende, però senza contestualità, come è invece nello scambio oneroso. In altre parole, quel che contraddistingue il dono non è la gratuità ma una reciprocità a ineguaglianza alterna; e il suo scopo è di creare legami sociali, quegli stessi che una società sbilanciata in senso mercantile tenderà a disgregare. Questo libro, pubblicato 25 anni fa, spazia tra gli alcolisti anonimi, Babbo Natale, le donazioni di sangue, l’intrinseca femminilità del dono in una società evoluta. Seppe dire molto sul dono che si nasconde e sul dono che va perduto. Ci spingeva a riflettere su quanto sia vitale alimentarlo e, proprio oggi che la gratuità interessata si moltiplica, appare romantico e drammaticamente necessario.

 

Lo spirito del dono

Jacques Godbout

Bollati Boringhieri

Di |2020-09-11T15:12:11+01:009 Novembre 2018|Libri consigliati|

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