Un titolo di una semplicità quasi irritante che è in realtà un’astuta trappola per il lettore. Stella si è sposata troppo velocemente con Jason, quasi inconsapevolmente, quasi come se ancora gli stesse tenendo la mano in aereo la prima volta che si sono incontrati e lei aveva paura di volare, a Stella e Jason è nata subito una bambina, Stella e Ava sono spesso da sole a casa perché Jason lavora lontano. Quando alla porta comincia a bussare alla porta regolarmente Mister Pfister per parlare con lei, che non conosce mister Pfister e ne vede soltanto le spalle quando si allontana sul viale, Stella non gli apre, non gli apre nessuno dei tuttigiorni che Mister Pfister suona, lo dice a Jason, però intanto conserva tutti i biglietti e gli oggetti che Mister Pfister le recapita nella cassetta, Stella ha sempre paura di volare ma Stella ha voglia di volare, Mister Pfister è solo un maledetto fantasma dice a se stessa, eppure bisognerà pur capirne qualcosa a un certo punto di Mister Pfister, incontrarlo, spiegargli, se proprio non spiega lui. L’amore all’inizio, dicevo è un titolo intelligente, perché preannuncia una storia d’amore invece che di stalking. Forse quello che è rimasto all’inizio è l’amore per Jason, e quello che potrebbe iniziare è solo già incartato nella testa di Stella, pronto alla consegna. Il romanzo è l’incontro tra due diverse ossessioni, e quella di Stella è l’ordinario atterraggio della quotidianità infelice. Raccontato quasi per intero dal punto di vista di Stella, il romanzo ha una scrittura precisa e geometrica, un’esattezza che contrasta piacevolmente con la debole percezione del reale di Stella e che quando sembra avere esaurito la descrizione asciuttamente spesso ci torna su con due aggettivi o una ripetizione, come se fossero caduti per terra scrivendo e si trattasse di risistemarli aderenti.
Judith Hermann
L’amore all’inizio
Traduzione di Teresa Ciuffoletti
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