Quando scrive di quel che passa davanti a un’infermiera in un “Taccuino del pronto soccorso” ci si domanda come possa descriverne con tanta esattezza i dettagli tecnici, organici e interiori. La risposta è che, per permettersi il lusso di scrivere e l’obbligo di allevare da sola quattro figli, Lucia Berlin quel mestiere l’aveva fatto, come tanti altri. Quell’esattezza è applicata all’intero mestiere di vivere, in una narrazione giustamente definita “telegrafica” dove la spoglia oggettività delle cose per incanto introduce alla nudità dei sentimenti. Con le sue frasi secche, incardinate quasi in sequenze poetiche, la donna che scriveva racconti mette insieme in realtà una sorta di romanzo per frammenti, dato che dell’infinità di personaggi alcuni ricompaiono, puntualmente al bivio di vite cui manca sempre una svolta per superare il dolore dell’incompletezza o del rimpianto. Tra le più grandi scrittrici di racconti di sempre, come Mansfeld, Blixen, Munro.
Lucia Berlin
La donna che scriveva racconti
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