Qualityland è uno strano libro di fantascienza dove, in buona parte, il futuro che viene descritto è il presente appena un passo più in là, e la vera differenza tra realtà e finzione è che le dinamiche del capitalismo digitale sono teorizzate e praticate apertamente invece che occultate ed edulcorate. Beh, c’è anche qualche androide in più e una Super-Intelligenza artificiale concorre per diventare Presidente del paese. Ma quale paese? QualityLand, il luogo in cui la tecnologia evita alle persone il disturbo di scegliere e di pensare, e i droni portano a domicilio i beni che ciascuno desidera, anche quando ancora non lo sa. Capita però che Peter Disoccupato (un distruttore di robot giunti al capolinea- tipo un robot artificiere le cui mani cominciano a tremare per il nervosismo- che ha il cuore troppo buono per distruggerli davvero) riceva da The Shop un vibratore rosa a forma di delfino, e siccome davvero non sa che farsene cerca in ogni modo di restituirlo. Ma se la gente riprendesse a decidere da sola cosa desidera e cosa no l’intero sistema crollerebbe, e quindi il nostro subisce ogni tipo di ostruzionismo. Kling ha un ammirevole intento pedagogico, e quindi fa spiegare ai suoi personaggi le dinamiche del capitalismo digitale come in un (ottimo) saggio divulgativo, e questo nuoce non poco alle ambizioni letterarie e all’occhiolino strizzato a Vonnegut. Ma il senso dell’umorismo è notevole- agli amanti del fumetto ricorderà Alan Ford dei tempi migliori- e alcune parti deliranti un po’ mettono di buon umore per le grasse risate che strappano e un po’ inducono mestamente a riflettere se è proprio quello il mondo che vogliamo (o se non equivalga al vibratore a forma di delfino). In mezzo ai capitoli ci sono finte, ma nemmeno troppo inverosimili, inserzioni pubblicitarie e resoconti fake, che con una simpatica trovata il lettore troverà differenti a seconda che abbia scelto in libreria l’edizione per pessimisti o quella per ottimisti.
Marc-Uwe Kling
QualityLand
Traduzione di Elena Papaleo
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