Chi potrebbe essere più autorevole a scrivere sul silenzio dell’uomo che per primo ha raggiunto da solo il Polo Sud? In realtà il silenzio di cui parla Erling Kagge, in questo affascinante trattatello è soprattutto quello interiore, e aprirgli la strada dentro non è solo questione di isolamento acustico:tant’è che il calciatore che segna in quel momento non percepisce alcun suono dello stadio (riporta al riguardo una testimonianza diretta). L’eliminazione del superfluo e dello spreco non riguarda tanto le parole quanto l’attenzione. Quanto interessa a Kagge, nella forma di 33 brevi risposte a cosa sia il silenzio e dove trovarlo, è in realtà salvaguardare la capacità di stupirsi del mondo che ci circonda. Il che a volte significa quasi abbandonarlo ed altre esplorarlo nei dettagli più nascosti. Con la consapevolezza che, per i perversi effetti della dopamina, “più veniamo disturbati e più desideriamo essere distratti” ( a causa della la tecnologia veniamo disturbati e distratti parecchio: Kagge si cruccia molto per le sue figlie adolescenti), e l’altra per cui abbiamo l’impressione che non stia accadendo niente anche quando capitano troppe cose.
Erling Kagge
Il silenzio
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