Caratteristica della narrativa israeliana, quella attualmente più vitale al mondo, è di mettere al centro del libro un grave problema morale. Quello che la scrittrice Ayelet Gundar-Goshen fa gravare sul suo protagonista, il medico Eitar Green, è uno dei più classici e tristi: se per disgrazia tiro sotto una persona con la macchina (la jeep, nel suo caso), una volta scoperto che è morto, chiamo la polizia o me la squaglio? Green, che pure è persona integerrima tanto da trovarsi “esiliato” in un ospedale nel deserto del Negev per avere intralciato i loschi traffici del suo primario, opta per la seconda ipotesi, preoccupato che un accidente del quale però porta la colpa (correva quasi alla cieca) possa concludere definitivamente la sua carriera. Solo per un attimo pensa di contare sull’aiuto della moglie, rinunciandovi infine perché lei è ancor più severa e rigorosa e per giunta ispettore di polizia. Ma la vicenda prende subito una china sfavorevole a Green. L’investito era un migrante africano e nel giro di poche ore sua moglie bussa alla porta del dottore per ridargli il portafogli che, a quanto pare, gli era caduto il giorno fatale. Tenendo Green in pugno la donna comincia a disporre delle sue prestazioni in un improvvisato para-ospedale per clandestini eritrei. Lei è bella, misteriosa, silente: dove vuole arrivare? Il romanzo è per buona parte in “pausa”: il tempo del racconto è inferiore al tempo della storia ma una quantità infinita di scene che durano pochi secondi sono esposte per varie pagine, scavando nei pensieri dei protagonisti, quasi un commento a margine di ogni minimo evento. Potrebbe ricavarsene che il libro ha il difetto della lentezza. Al contrario, ha un ritmo forsennato nel quale viene fuori la mano della sceneggiatrice che però, per una volta, non significa che il dialogo debordi, già impacchettato per il film. Al riguardo, una stranezza in più: il libro evita di squadernare l’elemento giallo che oggi serve a catturare pubblico. Sembra piuttosto incentrato sulla suspense (la moglie lo scoprirà? L’eritrea lo denuncerà?). Alla fine, invece, vengono fuori una sequela di sorprese. Il giallo c’era ma non si vedeva. Un magistrale tocco di classe per un romanzo pieno, coinvolgente e immerso nella realtà sociale.
Svegliare i leoni
Ayelet Gundar-Goshen
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