Questa settimana, in realtà, più che un libro voglio consigliare tutta una casa editrice, la piccola e indipendente Safarà, cha ha un catalogo narrativo tra i più originali e consente di leggere grandissimi autori che nessuno ha avuto la capacità o il coraggio di portare in Italia, specialmente mitteleuropei (ma non solo: anche ad esempio il fantastico narratore australiano Gerald Murnane o l’eclettico britannico Brian Catling). Molti libri sono stati pluripremiati (all’estero) e tutti abbracciano una visione esigente e forte della letteratura, quasi sempre di tinte sperimentali, adatti a palati esigenti. Sarebbe puerile, rispetto a un editore così alieno rispetto alla realtà (quella di mercato, intendo), parlare dell’ultima uscita e quindi il volume di cui do rapidamente conto e che ho appena letto è Lettera d’amore in scrittura cuneiforme, del cecoslovacco Tomas Zmeskal, che di suo risale al 2008 ed è stato pubblicato da Safarà nel 2016. Se sotto tortura dovessi ridurlo a una trama essenziale, lo definirei una lunga e struggente storia d’amore della quale nel libro non vediamo quasi mai l’amore e nemmeno lo struggimento: è quella tra l’ingegnere Josef e la moglie Kveta, che la dittatura comunista separa per dieci anni a causa della carcerazione di Tomas, e che alcune vicende accadute durante quel tempo sembrano interrompere per sempre. Quel che è accaduto, per i protagonisti, è troppo amaro per essere raccontato, e siccome diventa per questo uno sforzo inane raccontarsi anche l’amore, non rimane che farlo viaggiare dentro una scrittura antica e da decifrare. Intorno a questa storia girano vorticosi altri personaggi che, insieme al linguaggio poetico, rendono il tutto polifonico, liquido, centrifugo eppure a tratti di una compattezza brutale e incisiva. Un certo debito con Hrabal, una chiave di realismo magico con numerose sfumature grottesche e diversi abbandoni puramente onirici, una notevole maestria nello spostamento del punto di vista, molta dolcezza nei protagonisti ma un certo pessimismo esistenziale, distribuito tra la propensione dell’essere umano a ritardare troppo gli eventi e della Storia a condurli fuori dai binari. Insomma un romanzo sulle occasioni e le illusioni perdute.
Lettera d’amore in scrittura cuneiforme
Tomas Zmeskal
Traduzione di Alessandro Catalano
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