Cose che si aspettano : il treno, la botta di culo, la sposa all’altare, il notaio in banca, il ventisette del mese, il nemico sulla sponda del fiume, la cottura, il permesso di soggiorno, un bambino, la fine del turno. Precari, ma vivranno insieme, siamo stanchi di aspettare. Ogni giorno ci aspettiamo qualcosa, ma tutto è cosi precario. Nella vita molti si muovono come in sala d’aspetto, sfogliamo distrattamente vecchie riviste di moda in attesa della chiamata. O la sera aspettano che sia l’ora di andare a coricarsi. Nel quartiere di Tor Pagnotta a Roma aspettano da 30 anni l’acqua potabile. Un mio amico ebbe un’emorragia cerebrale, e visse cinque anni in uno stato semivegetativo, e i figli, siccome lo amavano, aspettavano che morisse, e uno di loro se doveva entrare nella camera del padre aspettava che dormisse. Cose che non si aspettano più: le primizie, che qualcuno torni a casa per potergli telefonare, il Messia, le partite per radio, le cartoline, Godot, qualcosa di sinistra. Aspetta, posso spiegare tutto. Muore a 12 anni, ha aspettato tre ore l’ambulanza. I rapinatori lo aspettavano con l’incasso della giornata. Mamma, non aspettiamo a casa papà neppure stasera? Bisogna aspettare almeno: ottanta giorni per prenotare un’ecografia mammaria, due ore per mangiare carboidrati dopo l’assunzione della frutta, tre secondi prima che l’altro riceva una mail, un centesimo di secondo prima che un algoritmo venda un’azione in borsa. Non le l’aspettavo così, è inevitabile pensare quando si è aspettato troppo.
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Un commento
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Importante e’ approfittare del tempo in cui si aspetta per tracciare un segno nella propria vita , sia esso un errore oppure una nuova prospettiva; credo che anche l’apparente passività in determinate circostanze emotive , nonostante il mondo intorno corra,si possa trasformare in “ozio creativo”.