Lettere e pretesti di Babbo Natale per non portare i regali quest’anno

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Caro Bjorn,

mi è parso di cogliere una nota polemica nella tua lettera, quando rivangavi che certe richieste non erano state esaudite lo scorso anno

e ti devo dire con franchezza che non l’ho apprezzata. Credo che un anno di riflessione sull’umiltà e la moderazione delle pretese non possa che giovarti.

Cara Mirella,

no, non mi servo di Deeliveroo, Foodora o cose simili, non tratto con le microimprese. A maggior ragione potrei essere paralizzato da problemi organizzativi. Non mi aspettare quest’anno, perdonami.

 

Caro Richard,

nemmeno io posso sottrarmi quest’anno al nuovo atteggiamento verso il clima e sono costretto a non aggravare l’inquinamento con un uso eccessivo delle renne, che per giunta sono euro 2. Perdonami.

 

Caro Luis,

non sono in nessun gruppo su Whatsapp, avresti fatto bene a formularmi le tue richieste attraverso i tradizionali strumenti cartacei. Ma oramai sarebbe tardi per accontentarti. Alla prossima.

 

Cara Stephanie,

sì, credo che sia una buona idea da parte tua importi un anno di penitenza come reazione al consumismo sfrenato e non ricevere regali. No che non mi offendo. Ti farò anzi una confessione. Quest’anno il tuo Banà (carino come soprannome) se ne sta al calduccio nella casetta, con le renne a pascolare nel ghiaccio fuori in cortile. Non ti voglio tediare con le mie motivazioni più profonde. Quel che è certo è che ogni bambino avrà un’educata lettera di risposta. Non mi va che al mattino piantino il muso di fronte all’albero sguarnito. Non mi va di cominciare l’anno nuovo con milioni di lettere di reclamo a intasarmi la cassetta della posta. Scusa se ti appaio rancoroso. No, davvero, è anche una questione sentimentale. Mi è sempre spiaciuto deludere il prossimo. Anche se non sono più certo di cosa farò in futuro credo sia giusto espiare per la mia insubordinazione alle leggi mondiali dell’Ingabbiamento nel Ruolo e rimediare scrivendo a tutti, cosa ne pensi? Un bacio da Banà

 

Caro Eddie,

ho ancora sul sedere le escoriazioni dell’anno scorso, quando il vostro indecente camino mi ha grattugiato il sedere. Prenditela con i tuoi genitori. E’ comodo lasciare andare la casa in malora e poi esigere che arrivi il vecchio Barba a togliere le castagne dal fuoco e a mettere il culo nel camino. Non ho mai pensato che i figli debbano scontare le colpe dei genitori ma, Santa Klaus, neppure Babbo Natale quelle dei genitori degli altri! Un saluto cordiale (forse a tre anni vi salutate meno formalmente)?

 

Caro Kurt,

chiamami pure zio d’ora in poi. Zio Natale, suona  grazioso, no? E’ inevitabile che l’allentamento del vincolo familiare incida sulla natura economica del mio impegno. Quindi per quest’anno si salta. Un saluto zuccherofilatoso.

 

Caro Alexej,

rispondo alle tue richieste in un modo che ti sorprenderà: anche io voglio un piccolo drone e la versione aggiornata di Fifa. Quel che intendo è: credo che sia arrivato il momento di affrontare la vita in termini di reciprocità. Sono anni che passi all’incasso. Non pensi che sia arrivato il mio turno? Puoi mandare a quello stesso indirizzo dove scrivi la lista dei desideri. Ti ringrazio anticipatamente.

 

Caro Rodrigo,

se non credi che io esista perché mi scrivi? Cos’è, la scommessa di Pascal? (fattela spiegare dai tuoi genitori oppure consulta Wikipedia). Non è buona cosa che i bambini pratichino l’arte del compromesso. Se c’è una cosa che distingue favorevolmente voi mocciosi da quei depravati degli adulti è l’estremismo. Esistono il bianco, il nero, la verità, il giusto, il cattivo. Se no non sei un bambino. Frequenta i pranzi di lavoro con le maestre, vota come ti fa comodo (a che età c’è il diritto di voto da voi? non ricordo), falsifica i documenti o arruffianati il rettore per farti ammettere a un master a Stanford. Menti. Uccidi. Capirai che in queste condizioni è ridicolo che io ti porti dei regali. Se preferisci datti la spiegazione che i regali non sono arrivati perché aveva ragione la pagina Facebook, Babbo Natale non esiste. Ti hanno fatto un bello spoiler, vedila così. Sicuro, e questa è la lettera di un pazzo. Quasi quasi te la mando anonima, così non scuoto le tue nuove certezze. Ti saluto (o meglio ti saluterei se esistessi. Dico se esistessi io. O forse se esistessi tu?)

 

Cara Stephanie,

scusa se torno a disturbarti con una piccola integrazione della lettera precedente. L’ultima cui ho risposto mi ha lasciato addosso un senso di inquietudine tornando sull’eterno dilemma della mia esistenza…capita anche a te? Tu hai fiducia in me, vero? Non dico che tu debba credere che io esisto ma almeno avere fiducia, a prescindere. E’ quanto mi è un po’ mancato ultimamente. Scusa lo sfogo.

 

Cara Kitty,

nessun problema sulla tua lista. Ho solo una difficoltà, per ragioni personali non posso farmi vedere in giro dalle parti di casa tua. Dobbiamo prendere un appuntamento fuori. Mi raccomando, niente adulti, se no me la filo. Suggerirei alle quattro del mattino all’angolo tra la nona e la quarantaquattresima, proprio fuori al negozio di ferramenta del vecchio Edmonds. Non sarà difficile arrivarci da casa tua, devi solo percorrere sei isolati per un miglio e mezzo, imbottisciti perché sono previsti nove gradi sotto zero, e prendere la linea notturna (informati se fanno festa la notte di Natale) fino alla quarantaquattresima. Comprendo che i tuoi genitori possano opporre eccezioni alla tua uscita notturna per il fatto che non hai ancora compiuto cinque anni ma sono certo che l’eccezionalità della circostanza li renderà più malleabili. Non tardare perché purtroppo avrò i tempi compressi.

 

Caro Roger,

mi rincresce che sia proprio la deliziosa ospitalità della tua famiglia a creare quest’anno un impedimento alla mia visita. A distanza di un anno sento ancora sugli angoli delle labbra lo squisito aroma del tacchino ai mirtilli e del Christmas Pudding che tanto affabilmente tua madre da sempre depone per me vicino all’albero. E’ una tentazione cui non so resistere e alla quale non posso sottopormi, avendo intrapreso un programma di dimagrimento fondato sulla riduzione dei grassi polinsaturi, degli omega 3 e delle lipoproteine. Contaci che non appena la dieta avrà fatto il suo effetto verrò a trovarti, magari fuori stagione.

 

Caro Eduardo,

ti affido l’importante compito di farti latore presso il popolo argentino del mio messaggio circa l’impossibilità di continuare a onorare il mio impegno annuale. Era da tempo che trovarvi in mutande e ciabatte, nel pieno della vostra estate, al 24 dicembre mi faceva sentire particolarmente decontestualizzato in cappuccio, mantello a triplo strato e renne al seguito. Se posso esprimermi in libertà ho sempre dubitato che quella indecorosa plastica con cui simulate il vostro albero di Natale sia davvero l’unico materiale congruo in luogo dell’albero vero che patirebbe il disseccamento. Viene il momento il cui nella vita si fanno delle scelte. Hasta la vista.

 

Caro Peter,

non credo sia dignitoso da parte dei tuoi genitori utilizzare la loro prole per ricevere quel che chiaramente fa comodo a loro. Mi farebbe davvero specie che un bambino di sette anni bramasse un cartone da sei bottiglie di Perrier Jouet Belle Epoque “By & For”, un girocollo in oro Jaipur e una firma a garanzia per un fido da ottenersi presso la Reuschel & Co. Privatbankiers. Ritengo che eviti imbarazza a tutti se faccio finta di non avere ricevuto la lettera e di avere dimenticato la vostra domiciliazione, che del resto per le pregresse manovre finanziarie di tuo padre è sempre stata un po’ ballerina.

 

Cara Susan,

sono il primo a rammaricarmene. Mia moglie, come dargli torto, è stufa di trascorrere da sola la notte di Natale e ha organizzato una piccola cena con amici minacciando la separazione se diserto anche quest’occasione. Almeno ti penserò scartando il dono che mi avevi commissionato destinandolo a uno degli invitati, anche se non sono certo che abbia l’età giusta per apprezzarlo. Divertiti, in ogni caso.

 

Cara Tatiana,

sei sicura di non avere dimenticato qualcosa? Di essere così sobria parca nei desideri? Qual è l’ultimo film che hai visto, la Principessa Sissi? Hai una minima cognizione del fatto che ragazzine della tua stessa età mancano dell’acqua corrente e dell’elettricità, stanno ammassate di notte su dei barconi per raggiungere coste che giocano a ritrarsi ogni volta che la prua si avvicina, sono costrette a mendicare ai semafori, si contendono quel misero companatico che i genitori riescono faticosamente a procacciare per il nido? Avrei voluto lasciarti sotto l’albero alcuni interessanti dvd documentaristici ma immagino che a casa tua viga un regime di censura che farebbe impallidire la Russia zarista o lo stato pontificio sotto Leone X. Cresci, piccola Tatiana!

 

Cara Kim,

scusa se mancherò quest’anno la notte del 24 ma devo confessarti che sono rimasto impressionato dalle ultime notizie di cronaca. Per carità, mi sembri una ragazzina equilibrata, ma che cosa ne so che tra quarant’anni non tiri fuori una storia del genere quel vecchio barbone non si è limitato a depositare i doni sotto l’albero ma ha dischiuso la porta della mia stanza, si è avvicinato al lettino e mi ha palpeggiato…

 

Cara Stephanie,

sono sconvolto, ho appena usato un pretesto tremendo per coprire la mia vigliaccheria. Un argomento odioso, non oso neppure riportartelo. Senti, se ti girassi l’indirizzo di una certa Kim, anche se si trova dall’altra parte del continente, potresti provare a sfilare la lettera dalla buca della posta. Potrei mandarti le renne per il viaggio. Sei mai stata su una renna? E’ che comincio a essere stanco, ed è la quarta bottiglia che ora è schierata vuota a fianco a me. Non impressionarti, sono anni che è vuota. Ho da tempo rinunciato al cicchetto, in spregio ai gossip che mi descrivono come un simpatico alcolizzato. Ho conservato le bottiglie, nei momenti peggiori le tiro fuori dalla cantina, mi basta guardarle per rinfrescare la gola o renderla incandescente. Ultimamente mi diverto a infilare nelle bottiglie alcune lettere delle vostre, dopo averle ripiegate a barchetta. Mi corico con la pancia sulla neve alcuni metri dietro e le osservo, immaginando che navighino sull’acqua verso terre dove si parla una lingua diversa da quella della lettera. Che approdino lì, e i regnanti di quel paese, temendo che si tratti di una dichiarazione di guerra o sperando che contenga le indicazioni per raggiungere un tesoro, spendano ogni oncia di energia presente nel regno per renderla intellegibile. E siccome le parole che leggiamo mai sono quelle che hanno tracciato gli altri ma quelle che vogliamo intendere, giungere, quei regnanti. dopo anni di esegesi alla medesima conclusione che avrebbero raggiunto se mai avessero tentato di tradurla.

 

Cara Linde,

doveva succedere prima o poi, gli elfi mi hanno mollato. Saprai che mi erano indispensabili per imbastire un’organizzazione decente. Anche se alla stampa fa comodo presentare tutta la faccenda come one-man-show, la maledetta verità è che ormai io sono solo (sto virgolettando solo con le dita) la mente, lo stratega, il leader carismatico. Non potrei certo leggere milioni di lettere né procurarmi miliardi di regali senza un valido team. Peccato che quelli se la sono filata, e pure con la cassa. Ti svegli una mattina e scopri che tutto il prato innevato è pieno di piccole orme di elfi che se la svignano. Una quantità impressionante di orme di elfi, abbastanza da cancellare tutte quelle delle volpi. Prendetevela con gli elfi, con loro e con i sindacati. Cosa ne può il povero Babbo Natale? Il vecchio San Nicola? Comprendimi, comprendetemi. E se incappi in un elfo fai attenzione. Sono subdoli!

 

Caro Ariel,

siccome da voi in Olanda mi attendete il 5 dicembre ti sarai accorto che sono mancato all’appuntamento annuale. Sarebbe facile per me addurre un pretesto qualsiasi, un’influenza, un incidente sul percorso, un disguido sulla data, la morte…ma a una certa età posso permettermi di esternare il mio pensiero con schiettezza. Ammetto che mi è divenuta odiosa quella vostra tradizione di piazzarmi lo scarpone vicino al camino per infilarci i regali, e tanto più odiosa quanto più la vostra crescente sciatteria ha destinato alla funzione calzature lise, bitorzolute e maleodoranti. Ma sì, piazzateci un paio di mutande sporche visto che vi trovate, o il cassettone dell’immondizia. Cosa ve ne importa di quel vegliardo rincoglionito e con la dentiera, il classico che se bussa alla porta e ti trovi in accappatoio non ti fai nessun problema. Rispetto. Ariel. Il mio regalo di quest’anno per te è una lezione sul rispetto. Metti questa lettera ai piedi del camino.

 

Caro Jukas,

le scrivo per conto di Babbo Natale che è dovuto assentarsi a causa di imprevisti e non programmati impegni all’estero, non un estero qualsiasi, perché Babbo Natale viaggia per il mondo e dunque è sempre all’estero, ma un estero che è estero rispetto a qualsiasi estero. La data del suo ritorno è incerta, la preghiamo di accettare le nostre più sentite scuse per il contrattempo. Sarà nostra cura contattarla quando il servizio ritornerà disponibile.

 

Cara Flo,

purtroppo la tua lettera è arrivata danneggiata, si leggono solo pochi spezzoni incomprensibili, del genere “erc” “ 2 es” “atto” “finc”. In queste condizioni mi è precluso accontentarti. Rimedieremo il prossimo anno.

 

Caro Simone,

e se invece di quest’orgia materialistica ti regalassi, o ti facessi regalare dai tuoi cari, qualcosa di più impalpabile? Una carezza, un soffio di vento sulla faccia, il trillo lontano di una bicicletta, l’ombra che un gatto proietta sulla parete, quel ricordo che avevi chissà come spiegazzato nella tasca della tua memoria, il cenno d’intesa dell’amico che hai appena guadagnato, il cerchio magico che descrive una mano intinta nella fantasia, lo scivolare vellutato di un corpo familiare nell’oscurità della casa…

 

Cara Stephanie,

sono davvero stanco adesso, e mi viene in mente che dovrei sfamare le renne. Penso che farò una passeggiata per godere del gelo intorno alle dita immaginando come sarà bello riscaldarle al ritorno a casa. Domattina anche se non mi vedi fai un gesto di saluto dalla tua finestra. Mi farà piacere. Il tuo Banà.

Di |2020-09-11T15:16:25+01:0022 Dicembre 2017|Lo Storiopata|

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