La mattina del 4 gennaio 1559, a Bologna, il nobile Carlo Antonio Desideri entrò per la messa domenicale nella chiesa di San Giovanni a Monte. La famiglia Hercolani, che già era schierata per assistere alla funzione, ebbe un sussulto. Ogni casato aveva la sua chiesa di riferimento e il nuovo venuto stava sconfinando dalla sua (Santa Maria dei Servi), calpestando il suolo sopra il quale celebravano i loro matrimoni e seppellivano i loro morti. A un certo punto Hercole Hercolani lasciò il suo scranno e Desideri commise la somma impertinenza di andarsi lì a inginocchiare. Quando l’altro tornò dovette sedersi dietro; allora Hercolani raddrizzò la schiena coprendogli la visuale dell’altare. Pare che al termine della messa gli abbia anche toccato la cappa. Da quest’incidente nacque un’incredibile faida che assommò provocazioni, duelli, condanne alla decapitazione e alla forca e rovesciamenti delle sorti, tanto che diventò presto impossibile distinguere chi fosse l’offensore e chi l’offeso. Può apparirci che tutto sia ruotato intorno a un’inezia, e certamente furono i codici d’onore dell’epoca a condurla sino a conseguenze esasperate e drammatiche. Ma quel che il corpo di Desideri fece rimane a fondamento di quattro tipi di offesa mediante violazioni del confine da parte del corpo che tuttora sono considerate gravemente da chi le subisce: il corpo che accede a uno spazio abusivamente, il corpo che prende il posto assegnato a un altro corpo, il corpo che ostruisce (in quel caso la visuale), il corpo che tocca un altro corpo senza essere stato autorizzato.
Brano estratto dal paragrafo “Usi del corpo”, nel capitolo 3, “Forme dell’offesa”.
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