Open space

Home>Open space
Open space2020-09-11T15:17:11+01:00

Questa sezione raccoglie in primo luogo le “aperture” del sito che sono quasi sempre progetti a partecipazione collettiva esterna. Trovate inoltre le auto-presentazioni di altri siti web (oppure dei post trasposti dai medesimi). Sono quelli che, ritenendoli per qualche ragione interessanti, ho contattato con una proposta: scambiarsi uno spazio per una settimana, con la dichiarata utilità di farci conoscere dai reciproci pubblici e il più largo proposito di indirizzare i navigatori del web verso promotori culturali. Infine, può capitare di trovare in Open Space qualche intervento esterno non inquadrabile in altre sezioni e che però mi intrigava ospitare.

“Di fronte all’estremo” di Tzvetan Todorov

Libri usati

O che si dovrebbero usare. Brevi passi da sottolineare, a volte da percorrere.

Eroi e soccorritori sono molto diversi anche perché questi ultimi non combattono in nome di concetti astratti, ma per degli individui. Quando agiscono, si preoccupano poco di ideali e doveri, che tra l’altro sarebbero quasi sempre incapaci di esprimere a parole, ma di persone concrete, che vanno aiutate coi i gesti più quotidiani (…). Di conseguenza, a differenza degli eroi, i soccorritori non si considerano esseri eccezionali. Non amano essere lodati. Hanno fatto quel che hanno fatto perché per loro era perfettamente naturale. La cosa sorprendente è che gli altri non abbiano fatto altrettanto. Non hanno la sensazione di aver fatto qualcosa di eccezionale. Del resto non si tratta mai di un gesto unico – uccidere il drago, far saltare la mitragliatrice nemica – ma di una quantità di atti banali, quotidianamente ripetuti, a volte per anni, e che per ciò si prestano poco ad essere raccontati: raccogliere patate, apparecchiare, vuotare il bugliolo. Difficilmente riescono a capire l’interesse di alcuni storici: rifiutano la gloria al punto di non voler apparire sotto il vero nome nei libri che vengono loro consacrati (…). D’altro canto, l’atteggiamento dei soccorritori non può neanche identificarsi con quello che si è osservato quando si è parlato di virtù quotidiane, e in particolare di altruismo. C’è una differenza, e tutti i soccorritori la conoscono, tra il rischiare la propria vita per una famiglia ebrea sconosciuta e il far da mangiare per i figli. Come si vede, l’opposizione è duplice. Nel primo caso si tratta di un comportamento sempre rischioso che riguarda persone ben precise, ma comunque sconosciute (sotto questo aspetto ricorda quindi la carità); nel secondo caso, che è quello dell’altruismo, i rischi non sono invece all’ordine del giorno e le persone soccorse sono degli intimi, non degli estranei. Il suocero di uno dei soccorritori rimprovera al genero le sue attività: ha moglie e figli, deve prima di tutto pensare a loro, provvedere alle loro necessità in tempi tanto difficili e non rischiare la vita per salvare degli sconosciuti. “Io non rischierò niente per un estraneo” soggiunge il suocero. Ma l’estraneità è evidentemente una categoria transitoria: una volta accolto in una casa, l’estraneo non è più tale e può perfino arrivare a reagire come il suocero succitato. Può capitare ad esempio che il primo ebreo nascosto metta in guardia il soccorritore contro il rischio di accogliere altri rifugiati – “come finirà, Tinus, dimmi un po’ tu, come finirà? La tua casa diventerà un circolo privato per ebri clandestini?”. Ma il soccorritore apre la porta agli sconosciuti. Pur entro certi limiti (in Francia si salvano gli ebrei francesi, in Olanda quelli olandesi, mentre gli ebrei stranieri hanno più difficoltà), la differenza con le virtù quotidiane è netta.

Ovvero, per esprimersi in maniera più positiva: l’azione del soccorritore esige insieme il coraggio e la generosità dell’eroe (o del santo) e una concentrazione esclusiva sul bene delle persone, come vuole la logica dell’altruismo. I soccorritori non pongono fine alla guerra e neanche al genocidio degli ebrei. Riescono a malapena a salvare una, due, dieci famiglie, che però saranno le sole a sopravvivere. I soccorritori rischiano vita e benessere per degli sconosciuti, ma diffidano dei grandi progetti, dell’idealismo, che possono trasformarsi in comportamenti criminali: il male-mezzo si concilia troppo facilmente con il bene-scopo. La loro azione è in definitiva quella il cui risultato è meno contestabile: delle vite umane risparmiate. Uno di essi conclude: “non ci si può ragionevolmente aspettarsi di porre fine alla guerra, così, semplicemente perché è irrazionale uccidere. Ma se vi dite: voglio salvare la vita di una persona oltre la mia, oppure: nasconderò una famiglia, allora in questo caso avete la possibilità di una vittoria che abbia un senso.” Una lezione di modestia che merita di essere ascoltata.

L’azione dei soccorritori rifugge sia dalla rassegnazione che dall’odio. In effetti, per impegnarsi in un’opera di salvataggio non basta essere dotati di rettitudine morale, non tradire, non accettare di sporcarsi le mani; se allo stesso tempo si decide che non si deve cercare di modificare il corso del mondo, non si diventa soccorritori. La rassegnazione equivale in fin dei conti all’indifferenza alla sorte altrui. Il soccorritore è un interventista, un attivista, qualcuno che crede nell’effetto della volontà. Ma d’altro canto rifiuta di condurre la sua lotta imitando il nemico nell’odio. “Non gli applicheremo le loro stesse leggi”. Sa che i nemici sono esseri umani come lui, né uomini né mostri: l’essere buono non ignora il male; odia il sistema, non gli individui.

By |24 Gennaio 2020|Categories: Open space|Tags: |

Riposi

Anche addormentarsi per il gatto domestico è in parte un segno d’amore per il padrone, perché predilige quelli dove ritrova il suo odore. A volte, però se si voleva leggere è un problema.

I giapponesi sono, nel mondo, i più attaccati al lavoro. Pure quando, più o meno dove capita, si addormentano.

Non è solo nell’asciutto buio del convento che è possibile cercare Dio

C’è chi per riposarsi con lo sport preferisce le sensazioni forti. Il base jumping in una trentina di anni ha provocato circa 200 morti

L’età in cui si è costretti a riposarsi stabilmente finisce per essere quella in cui si socializza per più ore all’aperto

Da quando si è scoperto che il riposo migliora la produttività dei dipendenti del 30 per cento le aziende cinesi incentivano una pennichella

Per quale mistero gli esseri umani pensano che la spiaggia sia in ogni caso un buon modo per distendersi?

By |26 Luglio 2019|Categories: Open space|Tags: |

Calore

La Marathon des Sables (“Maratona delle Sabbie”) è una corsa sulla distanza di 240 km che si svolge interamente nel Sahara marocchino ad aprile. Dura una settimana, con sei frazioni e un giorno di riposo. Al ristoro, ogni 10 km, i partecipanti possono ritirare la razione personale di acqua giornaliera (nove litri).

Le temperature massime quotidiane  possono raggiungere i 40°C durante questa stagione.

Energie rinnovabili – Padri e figli, è una raccolta di 16 scatti del fotografo francese Grégoire i. Due soggetti per fotografia si stagliano sullo sfondo nero: padri e figli che si sostengono, si guardano, si trasmettono calore nelle forme tattili diverse che l’età suggerisce.

Un team di ricercatori, guidato da Rafaela Takeshita dell’Università di Kyoto, ha realizzato il primo studio che convalida scientificamente i benefici delle terme per i macachi femmina. Le abluzioni della spa naturale non solo li aiutano a contrastare lo stress provocato dalle rigide temperature invernali, ma possono avere implicazioni anche sulla riproduzione e la stessa sopravvivenza della specie.

Un’enorme piscina coperta, situata a Taiyuan la più grande città della provincia di Shanxi nella Cina settentrionale, può contenere fino a 10.000 persone, che con l’arrivo delle bollenti temperature estive diventano anche il doppio.

La  percentuale totale di batteri, in una piscina così affollata può arrivare anche al 97 per cento. Nel 2008 un uomo è morto e oltre 3.000 persone sono state criticamente avvelenate dopo aver ingerito l’acqua di una piscina Comunale di Pechino. Gonfiabili e salvagenti non vengono più usati per rimanere a galla, ma piuttosto per delimitare il proprio spazio travolti e bere meno acqua possibile!

In Europa si sviluppano in media ogni anno 65.000 incendi, e di questi ben l’85% riguarda l’area mediterranea. Le cause principali sono l’abbandono delle terre e l’accumularsi del materiale che può alimentare le fiamme, ma comincia ad avere un peso anche il riscaldamento globale, che causa annate di grande siccità più frequenti e intense.

Un giovane migrante siriano in una coperta termica dopo il suo arrivo a Lesbo, in Grecia, dalla Turchia. L’isola ospita il più grande centro di accoglienza d’Europa.

By |12 Luglio 2019|Categories: Open space|

Silenzi

Per essere in sintonia con il tema queste foto non hanno didascalie.

Però sul silenzio c’è molto da dire e presto ve lo dimostrerò…

By |29 Maggio 2019|Categories: Open space|

Ultimi articoli

Torna in cima