La mia tesi è che la ripetizione sia un fenomeno positivo solo quando ricorrano tre circostanze: che non sia eterodiretta, che sia consapevole e che non produca danno a sé o ad altri. Come si vede, solo la terza condizione è legata al contenuto: ma pure trascende l’evento preso da solo, dato che l’evento «passeggiata romantica con Sofia» non è lo stesso evento «ripetizione della passeggiata romantica con Sofia», e le ragioni che rendono piacevole il primo potrebbero non valere per il centesimo. Sotto il profilo sociale e politico, i fattori più rilevanti sono tuttavia i primi due: da sempre la comunità o frazioni di essa premono sull’individuo, più o meno occultamente, per renderlo ripetitivo. Per anticipare uno dei temi del libro, la tecnologia digitale (verso la quale pure siamo debitori della facilitazione a compiere attività differenti), nella sua attuale veste turbocapitalista, pratica una spaventosa e collettiva induzione ripetitiva, molto più dolce ma persin più efficace e pervasiva di quella a cui mirano i regimi totalitari, verso i quali del resto non disdegna il collaborazionismo. La ripetizione mette in gioco, perciò, la libertà e l’autonomia dell’individuo. E, se la consideriamo nelle sue varie manifestazioni, direi che nella ripetizione ne va della vita, perché pochi fenomeni sono in grado di condizionarne così tanto la qualità e il valore. Per questo trovo stupefacente che la filosofia e le scienze sociali le abbiano prestato così poca attenzione, salvo alcune monografie focalizzate su aspetti specifici.
Brano estratto dal capitolo “Ripetitivi” nel capitolo 1, “Bagnarsi più volte nello stesso fiume”
Fra i caratteri distintivi dell’umanità vi è la tendenza a evitare la ripetizione, privilegiando l’innovazione creativa e ciò che è differente. A uno sguardo più attento, però, fenomeni e comportamenti ricorsivi risultano prepotentemente insediati nei fondamenti delle nostre vite, e non solo perché rimaniamo incatenati ai vincoli della natura. Come le stagioni e le strutture organiche nell’evoluzione, si ripetono anche i cicli storici e quelli economici, i miti e i riti, le rime in poesia, i meme su Internet e le calunnie in politica. Su concetti e comportamenti reiterati si basano l’apprendimento e la persuasione, ma anche la coazione a ripetere e altre manifestazioni disfunzionali. Con brillante sagacia, Remo Bassetti affronta un concetto finora trascurato, scandagliandolo nei vari campi del sapere, fra antropologia, letteratura e cinema, per dipingere un affresco curioso di grande ispirazione. Da Kierkegaard almachine learning, dai barattoli di Warhol ai serial killer, dai déjà vu fino alla routine, questo libro offre un’analisi profonda della variegata fenomenologia della ripetizione nel mondo moderno, sia nelle forme minacciose e patologiche sia in quelle che invece assicurano conforto, godimento e, persino, libertà.
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