In quest’anno di suscettibilità sessista mi sembra si sia lasciata passare con troppa levità l’infelice etichetta di “madamin”, affibbiata inizialmente alla sette promotrici del comitato che ha organizzato la manifestazione SI TAV a Torino.
Indipendentemente dal merito della questione, non è stato affatto indifferente per il successo che le redini siano state prese da donne che, spoglie di pregresse militanze, si sono mosse senza smargiassate e con scrupolosa determinazione. È sembrato di intravedere il potenziale di una politica declinata direttivamente al femminile, non quei surrogati delle quote rosa o della cooptazione da parte maschile. È stata quella, e non la generica discesa in campo della società civile tante volte spentasi dopo il primo fuoco d’artificio, la vera buona notizia, la novità di cui dovrebbe gioire persino chi non vuole l’Alta Velocità.
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