Ha suscitato scalpore e ironia la designazione del candidato Cinque Stelle a sindaco di Monza con soli venti voti raccolti via web. La candidata ha poi rinunciato per motivi personali, ma la questione rimane importante, e non solo perché da logica della votazione dovrebbe subentrare il secondo classificato, che di voti ne ha presi ancora meno. Alla fine è pur sempre meglio che la designazione venga da venti invece che da uno solo. Chi ne ha l’interesse politico porrà, non a torto, l’accento sull’inconsistenza reale del “popolo della Rete che decide” sbandierato dai pentastellati e sull’impietoso confronto con le primarie. Ma il fatto che, sul web, se c’è da votare per un candidato politico partecipano sessanta persone e se si tratta di mettere il like a un video demenziale partecipano in quattromila, è un campanello d’allarme per tutti. E non è per niente divertente.
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