Il drammaturgo Tom Stoppard scrisse una volta che se qualcuno assiste dalla propria finestra al verificarsi di un’ingiustizia l’ultima cosa che dovrebbe fare è scriverci sopra un testo teatrale. I giornali sono una finestra affacciata sul mondo e il loro compito è quello di trarne storie giornalistiche. Credo però che debba esistere una misura interiore per non rischiare di farle somigliare a storie teatrali, raggiungendo un punto in cui la notizia non è più la tragedia, indagata nei suoi aspetti più nascosti, ma il fatto che giornale conduca l’indagine sulla tragedia. Trovo meritorio che il gruppo Espresso metta al centro dell’attenzione pubblica un crocevia dell’orrore quale fu la strage dei migranti al largo di Lampedusa, il 3 ottobre 2013. Però avverto un retrogusto fastidioso nel trionfalismo ostensivo che annuncia documentario e della web serie e nel modo in cui interviste quotidiane su Repubblica stanno scandendo questa produzione mediatica, insieme a un battage pubblicitario. Sarei curioso di sapere se Tom Stoppard mi darebbe torto.
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