Quando, ancora ragazzino ma giunto all’età in cui sarebbe stato inappropriato svegliare i genitori per una ragione futile, mi capitava un momento di ansia notturna, mi tranquillizzavo scrutando dalla finestra le luci delle macchine che sfrecciavano lontane sulla tangenziale.Ancora oggi mi dà istintivo conforto, in un’ora molto tarda, osservare la luce nella casa di qualche insonne in un altro isolato: quasi un senso di invulnerabilità. Per anni ho pensato che ciò accadesse nonostante fossero lontani. E se invece fosseperché sono lontani?Se la dimensione metropolitana fosse la radice di quell’insano sentimento che ci rende più intima, e finanche protettiva, l’umanità quando è distante?
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