Un anno senza Philip Roth. Il canzoniere della senilità
Nell’ultima parte della sua vita di scrittore Philip Roth ha trovato una nuova, aurea vena in alcuni libri di piccole dimensioni e rigoroso controllo linguistico. Ingiustamente la sua celebrazione postuma riguarda quasi sempre i capolavori più noti, Lamento di Portnoy e Pastorale americana, o al limite il Roth più politico de Il complotto contro l’America o La macchia umana. Quel pugno di pagine, che messe insieme non assommano la mole di uno dei suoi storici romanzi, meritano un posto particolare nella storia della letteratura per la poetica crudezza con la quale hanno dipinto lo stato interiore del maschio che invecchia. Poche opere possono competere sul tema con la forza di questo canzoniere della senilità. (altro…)