“Parli come un libro stampato” è un modo di dire che sta a metà tra l’elogio e la derisione, segnalando da un lato l’appropriatezza e dall’altro la pedanteria. Il film “La ragazza nella nebbia” parla come un libro stampato nel senso che proviene da un romanzo già concepito come sceneggiatura e che poi ha venduto tre milioni di copie nel mondo. La particolarità del caso è che l’autore del libro e della sceneggiatura, Donato Carrisi, si propone nella veste di one-man-show, cioè anche come regista. (altro…)
Gli anni trascorsi dalla Rivoluzione Russa sono cento, quelli che ci separano dai film che il governo russo commissionò per celebrarla nel suo decennale sono novanta. Fatta eccezione per uno, “Ottobre” di Ejzenstein, che uscì con un anno di ritardo, nel 1928. La ragione fu l’ampio rimaneggiamento della pellicola, considerata troppo sperimentale ed estetica per assolvere agli scopi e infine purgata di un ora e mezza di scene e del personaggio di Trockij, caduto in disgrazia presso Stalin e rimosso anche delle fotografie in cui posava a fianco del dittatore. L’episodio segnò il declino del grande regista presso il governo, e questa circostanza induce per lo più gli ammiratori postumi di Ejzenstein a sottacere, o quasi, quanto il film fosse un’opera di propaganda politica, del regime prima che dell’idea. Del resto, l’ultima azione filmata riguarda la promulgazione del decreto che assegnava le terre ai contadini: quando il film usciva però le terre erano state collettivizzate e il massacro dei kulaki (i piccoli proprietari che avevano beneficiato del decreto) in pieno svolgimento. Se in un suo scritto su Manet il coltissimo Ejzenstejn aveva osservato che “sulla tela non c’è posto per due padroni” riferendosi al colore e alla linea, sullo schermo egli accettò di condividere il suo sperimentalismo artistico con una bolsa retorica al servizio del potere. (altro…)