Ufficio visti
Accantoniamo il tradizionale quesito se venga prima l’uovo o la gallina e passiamo a un’altra cronologia non meno impegnativa: viene prima l’uomo o il fantoccio? Dal punto di vista del teatro delle figure orientale è difficile a dirsi. In fondo, gli attori teatrali in Cina, quando entrano in scena, si dicono “appesi”, proprio come le marionette. E alle radici del teatro di marionette indiano vi è il poema epico Mahabharata, che descrive la vita degli esseri umani come quella di fantocci mossi dai fili.
La stupenda mostra che il Museo d’Arte Orientale di Torino dedica al teatro di figure espone 400 figure per le ombre, burattini, marionette: ed è come se esponesse i burattinai, dei quali immaginiamo i gesti, non solo con i fili, ma anche con le stecche o le dita (altre tecniche) o, in Vietnam, immersi nell’acqua fino al petto per rappresentare le opere ai coltivatori di riso. In condizioni peggiori, tutto sommato, delle marionette indiane ormai inutilizzabili, che le acque le percorrevano con maggior conforto durante un funerale celebrato lungo il corso di un fiume sacro. Storia dell’arte decorativa, della religione e del teatro, felicemente concentrate insieme.
LE FIGURE DEI SOGNI
MAO- Museo d’Arte Orientale di Torino
Fino al 19 febbraio 2017
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