Ufficio visti
Praga è impagabile. In quante città potete godere di un’architettura così splendidamente conservata? In quante vi fottono ancora sul cambio senza che venga la polizia a chiudere l’ufficio? Un attimo siete lì a pensare che al massimo ogni due anni dovreste concedervi l’emozionante attraversamento del Ponte Carlo e quello dopo a dolervi che un simile gioiello arrivi a un tale livello di prostituzione culturale a beneficio del turismo di massa. Alla fine si propende per l’umore buono anche perché ci sono tante isole di tranquillità. Anzi, c’è proprio un’isola in centro, Kampa, che fra le sue attrattive ha uno splendido e omonimo museo, nato da una collezione privata che ha accaparrato i quadri di mezza Cecoslovacchia dissidente ai tempi della Primavera (consolando così gli artisti che li dipinsero dalle censure che subirono all’epoca). Una fase creativa, effervescente nell’astrattismo come nella figurazione o nelle installazioni, quasi sconosciuta da noi ma all’altezza delle vette letteraria che i boemi seppero raggiungere negli stessi anni. La collezione viene esposta a rotazione e accorpata in mostre tematiche temporanee. Alla fine, per quanto possa sembrare incredibile, le sale meno interessanti sono quelle dedicate a Frantisek Kupka.
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